I Ris setacciano il garage dell’orrore È caccia ai complici dell’assassino

L’assassino è in carcere, reo confesso, anche se di un delitto «colposo», aver ucciso una prostituta durante un rapporto «consenziente» sado-maso. Ma il sospetto degli investigatori è che altre donne possano essere passate, e uccise, in quel box di Cinisello trasformato in alcova e per questo ieri sono entrati in azioni gli specialisti dei carabinieri del Ris, che hanno iniziato a passare il locale palmo a palmo in cerca del minimo indizio del passaggio di altre vittime, ma anche altri carnefici.
Il contesto in cui Antonio Giordano, 44 anni, è finito in manette è infatti quanto mai inquietante, e lascia aperte molte possibilità. Sabato 21 infatti il vicinato di vicolo Villa Rachele a Cinisello Balsamo fu svegliato dalle grida di una prostituta ghanese di 24 che stava fuggendo inseguita da un uomo. Più tardi racconterà ai carabinieri di aver seguito un cliente fino al box per una prestazione sessuale. Dopo di che lui chiese di più, lei si rifiutò e venne picchiata. Mentre lui cercava di legarla riuscì a divincolarsi e scappare in strada.
Sembrava uno dei tanti banali casi di aggressione, ma i carabinieri di Sesto San Giovanni guidati dal capitano Francesco Contiero hanno voluto vederci chiaro. Identificano il titolare del garage, un piccolo artigiano edile, disoccupato da gennaio. L’uomo è tornato a vivere con mamma e sorella a Sesto, dopo essere stato lasciato dalla moglie che aveva portato via anche i due figli. Mercoledì mattina lo vanno a prendere, lo portano a farsi aprire il locale e scoprano una prostituta romena di 43 anni morta: la bocca imbavagliata, mani, piedi e collo legati da un unico laccio. «Stavamo facendo un gioco erotico ed è morta».
Ammissioni che non bastano a chiudere il caso, perché le modalità del delitto lasciano pensare a una mente malata di sesso, tutta presa da pratiche sessuale di dominazione e controllo che, come insegna la letteratura criminale, spesso sfociano in delitti. E spesso di tipo seriale, cioè ripetuti e con le stesse modalità, come se l’assassino uccidesse sempre la stessa vittima. Così i carabinieri hanno ripreso in mano tutti i casi irrisolti di prostitute uccise per asfissia per cercare elementi comuni. In particolare si sta analizzando la vicenda di una lucciola strangolata con una calza nel 2000 a Sesto e altre tre strozzate nel lecchese tra il 2007 e il 2008.
In attesa che l’autopsia chiarisca come è morta la prostituta, se strangolata dai lacci o soffocata dal bavaglio, le indagini si stanno sviluppando anche con gli accertamenti scientifici. Per questo ieri sono stati chiamati da Parma i tecnici del Raggruppamento investigazioni scientifiche, i famosi Ris. Gli uomini in tuta bianca sono entrati nel box verso mezzogiorno con il loro armamentario di polverine e lampade di diverse lunghezze d’onda per esaltare impronte digitali e macchie di sangue che l’occhio umano non riuscirebbe a percepire. I carabinieri sono alla ricerca di tracce di passaggi di altre persone di entrambi i sessi.

Donne, eventuali altre vittime, e uomini, suoi possibili complici di nefandezze. Un lavoro minuzioso, centimetro per centimetro, proseguita fino a tarda ora che dovrebbe proseguire anche nel giornata di oggi e forse domani. Le risposte arriveranno nelle prossime settimane.

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