I romanzi "rosa" seducono il mercato

Non sono considerati libri veri. Eppure valgono un terzo del giro d’affari mondiale dell’editoria e non conoscono crisi. Collane a misura di lettrice e costante ricambio nelle edicole i segreti del successo

I romanzi "rosa" seducono il mercato

Liberi di sorriderci su e di aprire il vostro Henry James, ma i numeri sono ragguardevoli e la crisi economica non li ha scalfiti di un decimale, anzi: moltissimi addetti ai lavori dicono che se continua così ci sarà da fare doppi turni e straordinari in redazione. Parliamo della narrativa rosa, in particolare quella venduta nelle edicole. Libri fra i 3 e i 7 euro che comunque, quanto a cura redazionale, non hanno nulla da invidiare ai saggi Adelphi. Se ne discuterà durante la settima edizione del Women’s Fiction Festival, incontro internazionale di narrativa femminile, a Matera da oggi a domenica.

La padrona del settore, in Italia, con una fetta di mercato che si aggira sull’80 per cento, è Harlequin Mondadori, una joint venture nata nel 1981 dall’accordo tra la canadese Harlequin Enterprises e Mondadori. Questa casa editrice - titolare, tra l’altro, del marchio Harmony - vende circa 6 milioni di copie l’anno. «Ci sono alcuni nostri titoli - dice Paola Ronchi, direttore generale di HME - che in due settimane vendono oltre 13mila copie. Poi escono dal mercato, ma questo è un destino assegnato loro fin dalla nascita: la narrativa rosa ha una dinamica one shot, più simile a quella dei periodici che a quella dei libri tradizionali. Noi facciamo 600 titoli l’anno, suddivisi in una ventina di collane, e usciamo nelle edicole in pratica tutti i giorni. Ogni titolo ha una vita media di due, tre settimane. La nostra casa editrice, una trentina di persone in tutto più una pletora di traduttori e revisori esterni, è una macchina perfettamente oliata, in grado di assicurare una produzione costante ad alti livelli».

La cosa interessante è che Harlequin Mondadori e le sue concorrenti (Mondadori, Bluemoon e, in misura molto minore, Sperling & Kupfer, Piemme e pochissime altre) hanno un polso del proprio mercato molto più preciso degli editori «di letteratura»: anche perché il loro pubblico è talmente affezionato da percepire ogni minima variazione grafica o stilistica dei romanzi rosa con una sensibilità quasi filologica. Tanto che la ventina di collane di Harlequin Mondadori, a esempio, sono strutturate in modo da fornire con precisione millimetrica alle diverse lettrici ciò che ciascuna cerca: se l’happy end è sempre assicurato (pur discostandosi, oggi, da quello che una volta era l’happy end per eccellenza: l’happy marriage, il matrimonio felice), la trama e lo stile si snodano su binari rigorosi dove nulla è lasciato al caso. Per ogni sfumatura di una storia d’amore esiste una collana specifica: c’è quella «romantica», dove le descrizioni e gli aggettivi arrivano solo fino a un certo punto, e c’è quella «erotica», dove le cose si fanno fisicamente più tempestose, nei corpi come nello stile. E poi ci sono le frontiere più recenti: la collana Blue Nocturne raccoglie trame basate su amori «paranormali e immortali», per sfruttare appieno il fenomeno (e l’immaginario) di Twilight. Firma di punta di questo sottogenere è Gena Showalther.

Fra le autrici più vendute di sempre (che qualche volta non disdegnano, si dice, l’uso di «negri» da redazione e ghost writer) ci sono Nora Roberts, che scrive regolarmente 7 libri l’anno e firma anche gialli futuristici come J.D. Robb; la ben quotata Tess Gerritsen (rosa sfumato di giallo); Lisa Gardner (rosa thrilling); l’ex infermiera Eileen Dreyer (rosa «in corsia», di ambientazione medica) che scrive anche rosa tout court con lo pseudonimo Kathleen Korbel; Janet Evanovich, sempre presente nella lista dei bestseller; e Barbara Samuels, ex giornalista ora prestata alla narrativa di sentimenti. Tutte queste scrittrici insieme hanno venduto più di cento milioni di copie. E ricordiamo anche Diana Palmer e Brenda Joyce.

«La filiale italiana - continua Ronchi - segna però un successo unico al mondo. Quello della narrativa rosa “storica”. C’è così tanta richiesta di questi libri che in alcuni casi commissioniamo romanzi ad autori italiani, perché il catalogo della casa madre non è sufficiente. Ben vendute anche le trame con un setting metropolitano: il classico amore tra capo e segretaria, oppure l’inattesa storia d’amore con un miliardario. Le nostre lettrici sono perfettamente profilate: fra i 35 e i 55 anni, istruzione media, un lavoro continuativo. Ma non è tutto: basta vedere da chi, quanto e come è frequentato il nostro sito di e-commerce, www.eharmony.it, per rendersi conto dell’incredibile successo della narrativa rosa su internet».

Si può parlare, per la narrativa rosa, di una fedeltà degli acquirenti difficilmente riscontrabile in altri settori editoriali (eccetto quello legale o informatico, ma qui si tratta di «lavoro»): le lettrici abituali acquistano in media una quindicina di titoli l’anno e qualcuna di loro persino dopo averli letti nella versione originale inglese. E molte di esse sembrano essere entusiaste dell’arrivo dell’e-book, per motivi anche banali: «L’e-reader - spiega Ronchi - permette di non mostrare a nessuno che libro si sta leggendo, anche se oggi la narrativa rosa è sdoganata. Merito anche della chick lit, basata su storie di single metropolitane, che ha reso allegra la lettura di questo genere di libri. Oggi le lettrici fanno scelte impensabili fino a poco tempo fa, anche per i contenuti. Ne è un esempio la letteratura erotica. Il toy-boy è l’ultima frontiera del desiderio, anche se si spera sempre, in fondo, in una storia d’amore».

Oggi, un libro su tre venduto nel mondo è di narrativa rosa, così come il primo editore al mondo per numero di e-book è proprio Harlequin Enterprises, soprattutto grazie alle filiali giapponesi e statunitensi. La stessa HME non ha subito la crisi: grazie al restyling delle copertine (che si concluderà nel primo semestre 2011), a una recente e provocatoria campagna stampa (niente foto di donne, ma di muscolosi mascalzoni che sussurrano: «Tuo.

.. a soli 6,40 euro») e alla dismissione strategica di alcune collane a favore di altre più trendy nei contenuti, ha chiuso anche quest’anno al di sopra delle più... «rosee» aspettative. Insomma, tra il rosso e il nero.

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