I russi cercano volontari per la spedizione su Marte

La simulazione, tra andata e ritorno, dovrebbe durare circa un anno e mezzo

Eleonora Barbieri

da Milano

Può sembrare un reality show per amanti della fantascienza, invece è l’ultima trovata dell’Accademia russa delle scienze di Mosca: selezionare sei volontari per sperimentare le condizioni di vita per una futura missione su Marte. In tutto, diciotto mesi inscatolati in una finta capsula, mangiando cibo sterilizzato e respirando aria condizionata: un esperimento medico promosso dall’agenzia federale russa Roscosmos, per verificare la sostenibilità, a livello fisico e psichico, di un viaggio lungo 520 giorni.
La missione simulata, detta «Mars-500», comincerà nell’ultimo trimestre del 2007, ma le selezioni, annunciate già da lungo tempo, sono state ufficializzate soltanto nei giorni scorsi. La Roscosmos ha già ricevuto decine di lettere e curriculum di aspiranti «astronauti di terra» europei e americani, tanto che l’agenzia ha intenzione di formare un equipaggio internazionale. Il requisito fondamentale è avere un’età compresa fra i 25 e i 50 anni, parlare inglese e avere un diploma di laurea, preferibilmente in medicina, ingegneria, biologia o informatica. E godere di buona salute, perché sopravvivere sulla navicella sarà un’impresa: in caso di esaurimento delle provviste, non sarà possibile chiedere aiuto all’esterno, perché le porte rimarranno sigillate per i 520 giorni dell’esperimento. Per comunicare si potrà usare l’e-mail, ma «ritardata» in proporzione ai tempi cosmici. L’«appartamento» sarà simile a una stanza di un albergo a tre stelle o, appunto, al set di un reality: telecamere e microfoni in ogni angolo, per consentire agli scienziati di catturare e analizzare ogni istante della finta missione e condurre una serie di test medici e psicologici. I dati serviranno a preparare le (eventuali) missioni reali su Marte, un chiodo fisso dell’agenzia spaziale russa, che spera di poter lanciare il primo volo verso il pianeta rosso intorno al 2014. Ma, secondo i meno ottimisti, un viaggio non è ipotizzabile prima di una trentina di anni. Nel frattempo gli scienziati si portano avanti, verificando le «capacità di sopportazione» umane, nel caso in cui una missione sia tecnicamente possibile. Il problema principale sarà rimanere calmi per i 520 giorni dell’esperimento: 250 per il viaggio di andata, trenta da trascorrere sul pianeta e 240 per il volo di ritorno.
La presenza di donne a bordo è ancora un’incognita: nel caso, secondo gli esperti del Dipartimento per i problemi medici e biologici dell’Accademia sarà necessario un addestramento psicologico specifico per gestire la composizione mista sul lungo periodo.

Gli scienziati russi, al momento, considerano l’esperimento «quasi normale»: nessun problema economico (grazie ai finanziamenti statali ed europei) e molto ottimismo. Fra i coordinatori del progetto, d’altronde, compare anche Valery Polyakov, il cosmonauta russo che detiene il record di permanenza nello spazio: 438 giorni, fra il 1994 e 1995. Sulla Mir, non a terra.

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