«Roma locuta. Causa finita» sussurra dal confessionale don Alberto, parroco di Gesù Salvatore a Milano 3. Quando Roma parla, tutto il resto è silenzio. A cospetto della volontà di Benedetto XVI scroscia solo il buon senso di una grazia silente. È il suo commento sullarrivo del cardinale Angelo Scola, nuovo arcivescovo. I pastori del più popoloso gregge dEuropa - cinque milioni di anime, un migliaio di campanili - di fronte al passaggio di staffetta Tettamanzi-Scola sanno che qualsiasi giudizio immediato può deviare il senso di un operato che ha radici nelle parole evangeliche: «Non giudicate per non essere giudicati». Prosegue don Alberto: «Ho tenuto un breve dialogo con Scola quando era preside dellUniversità Lateranense. Non è sufficiente per conoscerlo. Ma è sempre meglio litigare con una persona intelligente».
Spirito e duttilità non fanno difetto ai nostri parroci. Alcuni temono che i 69 anni dellarcivescovo gli promettono un mandato forse troppo corto - 6 anni - per comprendere un territorio come questo. «Mi preoccupa il tempo non lungo che ha davanti a sé, date alcune questioni che potrebbe trovarsi ad affrontare», conferma don Sergio Tomasello, vicario della comunità parrocchiale Santissimo Redentore, San Gregorio Magno. «Tre sono i punti: lassetto delle comunità pastorali, presenti solo a Milano, il rinnovamento apportato in questi anni sulliniziazione cristiana e la novità del Lezionario ambrosiano, sul quale il clero milanese ha sempre nutrito dubbi. Non vorrei un ministero di transizione. Anzi, mi attendo un episcopato maturo e aperto a tutti gli orientamenti della Diocesi». Il Lezionario ambrosiano, «spina» nel costato di alcuni sacerdoti. Si sono riaperti libri della Bibbia, i Maccabei ad esempio, costellati di episodi guerrieri che richiedono uno sforzo meditativo non semplice. «Alcuni aspetti del Lezionario - annota don Franco Inversini di Cristo Re in via Galena - vanno migliorati. In nome di un recupero della storia della rivelazione». Per questo: «La scelta di Roma poteva cadere su una figura che potesse avere la prospettiva di almeno un decennio di lavoro e letà non lo permette al nuovo arcivescovo. Scola è un uomo che vale, ma ce la farà a portare avanti un progetto nellarco temporale che gli è concesso?». Se lo chiede anche don Donato della Beata Vergine addolorata in San Siro. Ma gli appunti dei parroci si snodano secondo la logica di un solo indirizzo: accoglienza e collaborazione. «Lavoreremo insieme - riprende don Franco Inversini - Scola è molto dotto e perspicace, un uomo di spiritualità e di preghiera. La sua sarà una presenza importante in questa Diocesi, non facile da gestire per la vastità non solo geografica, ma anche di fede». Fin dallinizio di questo cammino spirituale, i pastori sono attenti allimportanza di calcare una strada avventurosa. Le storiche vestigia del Rex Patriarca di Venezia si conoscono molto bene. Don Giussani, Comunione e Liberazione. «Se si pronunciano le sigle, si entra subito nel concetto di una linea politica e ideologica - interviene don Walter Magni, 58 anni, parroco nella comunità di Dio Padre a Milano 2 -, atteggiamento ormai obsoleto. Angelo Scola è persona troppo elevata a livello teologico per non essere super partes. Sa molto bene che la sua responsabilità deve assurgere a un principio universale che salvi la libertà di tutti. Seguo i suoi scritti e le sue riflessioni: segni di forte levatura». «A proposito - conclude don Walter - tengo a sottolineare che Scola non è stato mandato via dal seminario di Milano, come alcuni giornali hanno erroneamente riportato. Ha chiesto dessere ordinato da un altro vescovo, semplicemente perché il curriculum dei suoi studi lo aveva condotto al massimo età e se non fosse divenuto sacerdote entro un certo limite di tempo, sarebbe stato costretto a fare il militare».
Così si giunge semplicemente e solo, al di là delle voci del mondo, a una persona. «Lasciamo da parte i «si dice» faziosi che vogliono subito tracciare ipotesi caratteriali o politiche - ammonisce don Vittorio, 46 anni, di San Giuseppe della Pace - Angelo Scola sarà una sorpresa! Ho molto fiducia nella lungimiranza di Benedetto XVI e credo che abbia visto nella volontà di Dio».
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