I segreti del Castello tra Bauhaus e Pop Art

Libri sì, ma non solo. Piuttosto opere di foggia, composizione e grandezza variabili. Sono i «libri d'artista», oggetti che vivono in quel particolare territorio di confine tra l'editoria e l'arte. Sovente pezzi unici, o stampati in tirature limitatissime, i libri d'artista nascono alla fine dell'Ottocento, diventano famosi grazie all'estro dei futuristi (Marinetti e Depero in primis), conquistano le Avanguardie, incantano gli amanti del Pop e piacciono ancora agli artisti contemporanei. Una mostra al Castello Sforzesco ci racconta questa affascinante forma d'arte, a metà tra la pittura, l'artigianato e la legatoria («Da Kandinskij a Warhol. Libri e cartelle d'artista della Biblioteca d'Arte di Milano», fino al 25 settembre, nella Sala del Tesoro): il pezzo forte è quel Kleine Welten (Piccoli Mondi) realizzato da Kandinskij nel '22, quando il maestro russo insegnava al Bauhaus. Sono dodici tavole originali (litografie e incisioni) di grande raffinatezza e modernità che per la prima volta sono esposte al pubblico tutte insieme. Sono uno dei tesori della Biblioteca d'Arte di Milano, situata nel primo cortile dello Sforzesco, e appartengono al patrimonio artistico della nostra città giacché nel '35, all'indomani di una fortunata mostra di Kandinskij alla Galleria il Milione, il comune stesso decise di acquistare quel volume per le sue collezioni museali. Il costo? Cinquecento lire dell'epoca, un ottimo investimento. Non fu l'unico. Rina La Guardia e Luigi Sansone, curatori di una mostra che testimonia, se ancora ce ne fosse bisogno, che è possibile realizzare esposizioni di alta qualità senza grossi esborsi, valorizzando il patrimonio dei musei civici, spiegano che la Biblioteca d'Arte del Castello ha un fondo di centomila volumi. Lo si deve agli importanti acquisti negli anni Venti e Trenta e, oggi, con le casse comunali che non permettono investimenti in questo senso, alla generosità dei tanti artisti che continuano a donare i loro lavori (di recente, un libro di Salvatore Scarpitta), certi della doviziosa cura e catalogazione.
In un percorso cronologico, le teche mostrano litografie originali di Giorgio De Chirico (come la Mythologie), che preannunciano i temi che saranno poi realizzati nella fontana dei Bagni Misteriosi, ora al parco del Sempione. Oltre a De Chirico, libri di Bruno Munari, Luigi Veronesi, Lucio Fontana. In questo viaggio nell'illustrazione d'artista - un percorso dove immagini e parole si fondono fino a formare un'unica opera d'arte - spiccano i lavori di Arnaldo Pomodoro, Salvatore Fiume, Manzù. Una teca è dedicata a Mimmo Paladino e alla sua rilettura, intensa e materica, del Don Chisciotte, di cui ha realizzato una copertina che pare una scultura. Rara anche la prima edizione dell'Andy Warhol's Index Book, infarcita di divertenti pop-up, come quello di un castello alla cui finestra si scorge il ritratto di profilo del celebre artista americano. Con la Pop Art di Warhol e Keith Haring (presente con un libro pensato per bambini) si celebra la giocosità di questa versatile forma d'arte che invece Alberto Casiraghy, con le sue Edizioni Pulcinoelefante, declina secondo il massimo della raffinatezza.

I suoi volumetti, inconfondibili per il formato, sono dei veri e propri pezzi d'arte stampati a Osnago con cura maniacale dei dettagli: in mostra, ne spicca anche uno con i disegni di Gillo Dorfles sulle poesie di Filiberto Manna.

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