Cronaca locale

I segreti di una fashion victim dalla A alla Z

Prima colazione da Emporio Armani Café. Segue perlustrazione nel quadrilatero della moda per mettere a punto un itinerario strategico in vista dello shopping pomeridiano. In seguito, per riprendersi dallo sforzo, un meritato massaggio nella Beauty spa del Bulgari Hotel e subito dopo a pranzo (più o meno light) al Trussardi alla Scala. A questo punto, caricati a pallettone, shopping scientifico in via Montenapo e dintorni senza farsi tentare dalle borse taroccate dei venditori ambulanti appostati agli angoli della strada. Aperitivo allo Spazio Pangea di Romeo Gigli e cena a scelta tra: Just Cavalli, Gold di Dolce & Gabbana o Nobu...
Benvenuti nello scintillante tempio del lusso meneghino. Quello che avete appena letto è solo uno dei tanti suggerimenti tratti liberamente dalla Guida Turistica per Fashion Victim, presentato ieri alla Fashion Library di via Vigevano (Morellini Editore. Pagg. 256. Euro12,90).
Scritto dalla brillante giornalista-scrittrice Michaela K. Bellisario, è un libro arguto e divertente sul pirotecnico mondo della moda a Milano, Roma e Firenze. Le fashion victim o aspiranti tali troveranno tutto lo scibile umano sull’argomento: dai ristoranti ai club di tendenza, alle news più recenti a proposito della futura cittadella della moda in zona Garibaldi-Repubblica che concentrerà griffe, brand e tutto di più. Non solo: dagli outlet più famosi dove si possono trovare le mitiche Manolo Blahnik (scarpe indossate da Jessica Parker - Carrie Bradshaw in Sex and the city) ai trucchi per aggirare i ferocissimi buttafuori in nero o disarmare con il giusto piglio quei commessi spocchiosi disseminati nelle più esclusive boutique.


Bellisario elenca le più raffinate strategie per imbucarsi a una sfilata a cui non si può mancare e nel capitolo «Dizionario modaiolo-Glam-italiano» i neofiti apprenderanno che front row significa prima fila, ossia la fila più ambita di una sfilata a bordo passerella che per diritto aspetta a gente tipo la direttrice-barracuda di Vogue America, Anne Wintour. A loro volta i più raffinati intellettuali della Moda potranno attingere a tutta una serie di informazioni legate a libri, mostre, biblioteche e musei della moda nonché curiosità legate alla storia della città: sapevate per esempio che ai primi del secolo scorso i milanesi chiamavano via Montenapoleone El quartier de riverissi per via dei signori galanti che si rivolgevano alle signore togliendosi il cappello? Allora sì che erano bei tempi…

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