I seguaci di Leoluca Orlando e l’«auto attentato» di Falcone

I seguaci di Leoluca Orlando e l’«auto attentato» di Falcone

Lino Jannuzzi, Il processo del secolo. Come e perché è stato assolto Andreotti, Mondadori 2004.
Pag. 242: «Dalle memorie del senatore comunista Gerardo Chiaromonte, presidente della Commissione parlamentare antimafia dal 1988 al 1992: “Poi ci fu l’attentato fallito a Falcone nella casa sul mare all’Addaura. Mi telefonò Leoluca Orlando e mi invitò a partecipare a una riunione straordinaria del Consiglio comunale di Palermo. Orlando fece un lungo discorso. Qualche tempo dopo, mi fece notare egli stesso che in quel discorso Falcone non aveva mai pronunciato la parola mafia. Io non capii bene cosa volesse dire. Ne riparlammo a Roma, quando lo incontrai nello studio del senatore Paolo Cabras, che era il vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, quando parlò di un attentato misterioso, non attribuibile solo e semplicisticamente alla mafia. La cosa fu chiarita successivamente da alcuni seguaci di Orlando, i quali sostennero che era stato lo stesso Falcone a organizzare il tutto, per farsi pubblicità e per rafforzare la sua candidatura a procuratore aggiunto”».
Pag.

244: «Alla Camera un esponente degli indipendenti di sinistra presentò un emendamento ad hoc per escludere Falcone dalla Procura antimafia e il gruppo del Pds votò a favore di tale emendamento». Pag. 248: «Il 28 ottobre 1991 sessanta magistrati firmano una lettera contro la Superprocura voluta da Falcone, definendola “uno strumento inadeguato, pericoloso, controproducente”».

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