«Chi lha detto che non ce la possiamo fare, a eleggere il sindaco del centrodestra? Io, no di sicuro». Fa professione di fede, Matteo Rosso, medico, consigliere regionale e comunale di Forza Italia, e senza dubbio uno dei più strenui combattenti dellopposizione sui banchi della sala rossa di Tursi e di quella verde di via Fieschi.
Ma la fede non basta, dottor Rosso. A volte, prevalgono le divisioni. Il Giornale ha lanciato lipotesi di abolire i simboli, per presentarsi uniti sotto ununica bandiera. Lei ci sta?
«Come sempre, il caporedattore Lussana si dimostra lungimirante, lancia ipotesi su cui vale la pena di confrontarsi e approfondire».
Insisto: è daccordo?
«Lidea è interessante e affascinante, non me la sento di respingerla. Certo, dobbiamo discuterne a fondo, con grande disponibilità e attenzione. E decidere allunisono, senza che qualcuno pensi di rimetterci qualcosa».
La sua ricetta per vincere alle amministrative?
«Innanzi tutto, ma non lo scopro io, la coesione. Dobbiamo credere che la partita non è persa in partenza. E lavorare di conseguenza, con gli uomini e i programmi giusti».
Il centrosinistra si sente già vincitore.
«Mica vero. A ben vedere, non si è mai registrata negli ultimi anni una spaccatura delle attuali maggioranze in Comune, Provincia e Regione, come si verifica adesso, ed è sotto gli occhi di tutti. Gli esempi sarebbero tanti».
I principali.
«La vicenda termovalorizzatore, ma anche la politica fiscale, la sanità, le cosiddette liberalizzazioni del ministro Bersani. Per la prima volta le categorie professionali, ma anche gli artigiani, i cittadini comuni sono scesi in piazza. Si tratta in buona parte di elettori di sinistra. Se non siamo sicuri che votino per noi, contiamo sulla loro astensione».
In ogni caso, voti sottratti al centrosinistra.
«Proprio per questo non faccio professione di ottimismo, ma non neppure mi considero battuto».
Lei dice: se ci fosse il partito unico...
«Su questo mi rifaccio alle scelte degli organi dirigenti del mio partito. Credo ci sia spazio per il partito unico in cui i simboli si annullano, ma vengono trasformati in un progetto comune».
Ci vogliono anche gli uomini adatti.
«È vero. E mi piacerebbe che si facessero avanti, senza aspettare di essere cercati. Io mi sono sentito orgoglioso di mettermi a disposizione, e ringrazio Forza Italia, oltre agli elettori, per essere stato scelto a rappresentare il partito e i cittadini».
Intanto il commissario degli azzurri, Roberto Cassinelli, sta cercando i candidati migliori.
«Cassinelli ha fatto un grandissimo lavoro, in una situazione molto difficile. Resto convinto che non si debba annunciare pubblicamente il nome di chi rifiuta la candidatura: cè il rischio di trasformarlo in brutto anatroccolo».
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