Gianandrea Zagato
«La storia del passato ormai ce lha insegnato che il popolo affamato fa la rivoluzion». Strofa di lotta ben nota al compagno Filippo Penati. Grido di battaglia che, dicono, non sia però mai stato scandito dallex sindaco dellex Stalingrado dItalia. Quando le tute blu sfilavano in corteo, lui, era infatti occupato in interminabili partite a calciobalilla nella casa del popolo sestese.
Risultato: ben conosce larte del «gancio» ma non comprende il mal di pancia che salza prepotente dalle mense di via Vivaio, dove i sindacati laccusano di offrire pastasciutta scotta ai dipendenti. «Per il momento sussistono problemi ben più importanti del pasto quotidiano dei lavoratori» sarebbe - scrivono Cgil-Cisl-Uil - la risposta del centrosinistra a chi reclama «un piatto di minestra fatto come dio comanda, in una mensa garantita igienicamente». Assenza di risposta nonostante le tante promesse fatte «dopo varie sollecitazioni». Eppure, dicono i Confederali, «non chiediamo la luna: vogliamo ottimizzare la qualità del servizio, diminuire i costi dei pasti e migliorare gli ambienti delle mense. Problematiche di un pasto aziendale che, forse, è interesse di qualcuno lasciare in questo stato».
Accusa allamministrazione Penati di non «voler farsi carico dellimpegno preso con i dipendenti, ormai stanchi di essere presi in giro». Ma il presidente, evidentemente, ha ben altro a cui pensare: per esempio, far diventare i dipendenti dei provetti ciclisti.
I sindacati a Penati: la tua mensa fa schifo
Cgil,Cisl e Uil: non chiediamo la luna ma un servizio migliore
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