Comincia il mio lungo viaggio nell'Italia governata dal centro-destra. Io sto, fin da piccolo, dall'altra parte, ma le mie lenti non sono offuscate dal pregiudizio. Ho scritto «lungo viaggio» perché a differenza di molti miei amici penso, e spero, che il cammino sarà lungo il tempo dell'intera legislatura. Lo penso perché il risultato è stato chiaro e netto, la mia parte è stata sconfitta e un'altra, quella radicale e comunista, addirittura espiantata. E perché non credo che Lega e PdL litigheranno fino al punto di separarsi. Se fossi un capo del mio mondo mi metterei l'anima in pace e cercherei pazientemente di costruire il futuro. Lo spero, infine, perché voglio bene al mio Paese e un'altra legislatura interrotta sarebbe un guaio.
Eccoci qui allora, caro centro-destra di governo, che dovrai sorbirti le mie critiche ma anche i miei incoraggiamenti. Leggo che il mio leader, Walter Veltroni, teme per la Costituzione. Io no. Vi conosco. Sono tranquillo. Vorrei qualche rassicurazione, invece, su una questione che sta trovando soluzioni bipartisan. Sono un fanatico del bipartisan, ad un certo punto ho tifato persino per l'«inciucio», ma in questo caso penso che i nostri amici bipartisan andrebbero dissuasi, anche se temo che li incoraggerete.
La notizia è succosa. Sedici sindaci del Nord, un po' di centro-destra e un po' di centro-sinistra hanno firmato un documento per chiedere al governo più poteri in materia di sicurezza. Gli amici della «Padania» hanno gioito all'iniziativa che li conferma nella loro ambizione di avere il Viminale. Capisco tutto. Non ho obiezioni ideologiche. La sicurezza non è né di destra né di sinistra. Le nostre città sono diventate spesso invivibili. Quelli che stanno peggio sono i cittadini dei quartieri periferici. Nella guerra dei poveri sono i «poveri di casa nostra» ad avere la peggio. Un grande intellettuale di sinistra dal nome magniloquente, Hans Magnus Enzensberger, ha scritto che «molti europei occidentali ritengono di trovarsi in pericolo di vita. Paragonano la loro situazione a quella dei naufraghi. La metafora viene così capovolta. Sono gli autoctoni a immaginarsi di essere boat people in fuga». Nessuno potrebbe descrivere meglio. Ma sindaci sceriffi, no. Loro negano di volerlo fare, ma la richiesta va in questa direzione. Nella vostra maggioranza molti pensano che sia giusto. Spero che il prossimo ministro degli Interni abbia un'idea diversa. Non sono d'accordo non solo perché in Italia già ci sono troppe polizie, non solo perché avremmo una politica dell'ordine pubblico a macchia di leopardo - ciò che è vietato a Vicenza sarebbe normale a Foggia. Ma perché cambierebbe il mestiere del sindaco. Questo mestiere è già cambiato. I sindaci hanno molti poteri. Possono, con mani più libere, progettare le città e farle funzionare meglio. Se dovranno passare gran parte del tempo a fare la scimmia al questore, chi si occuperà della fontanella o della grande opera che cambia il volto urbano? Lo sceriffo tiene l'ordine, arresta, qualche volta spara, ma non governa. Il rischio è, anche, che di questo passo sceglieremo non i sindaci migliori ma i più «muscolari», quelli più professionalmente in grado di mantenere l'ordine pubblico.
Peppino Caldarola
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