RomaMa questo programma non lho già visto? Il telespettatore che martedì assisterà al nuovo show di Raiuno sarà colto, fatalmente, dal dubbio. Pur abituato agli show-fotocopia, a imitazioni e cloni dogni tipo, infatti, un programma «autorigenerato» non laveva ancora visto. I sogni son desideri, lo show condotto da Caterina Balivo, insomma non è Sogni e neppure Il treno dei desideri. Anche se sembra proprio il contrario. «È uno sviluppo della stessa idea - spiega il direttore Del Noce -. Nato con la Carrà nel 94, quando si chiamava Sogni, è poi passato alla Clerici diventando Il treno dei desideri e oggi arriva alla Balivo come I sogni son desideri. Il programma si è sviluppato assieme ai gusti e alle esigenze del pubblico, modificandosi ogni volta un po». Sarà. Ma l«autorigenerazione» non finirà per provocare un po di confusione nel telespettatore? «Tutti i nuovi programmi - dice ancora Del Noce - hanno progenitori facilmente individuabili. Il più lontano de I sogni son desideri potrebbe essere La fiera dei sogni di Mike Bongiorno, fine anni 50. Quel che conta è come le idee vengono cucite indosso al conduttore».
E indosso alla Balivo «lo show delle lacrime, dei sorrisi, delle emozioni» (come lo definisce lei stessa) subirà un rimodellamento imposto dai tempi. «Non ci occuperemo più - dice la conduttrice - di sogni troppo estrosi e troppo costosi. Adesso non sarebbe di buon gusto. Non tutti i desiderata saranno esauditi, potremmo assistere anche a finali malinconici». «Anche per evitare automatismi che danneggiano lo show», spiega Del noce. Così, dentro la zucca di Cenerentola trasformata in carrozza i partecipanti sapranno solo in diretta se il loro desiderio diverrà realtà. «Ne abbiamo realizzati parecchi in realtà complesse, ai confini con la mafia. Insomma: leggerezza ma anche impegno sociale».
In scena con la Balivo ci sarà linviato Marco Liorni, al debutto in Rai.
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