I soldi che non ci sono spesi nelle Case dei popoli

Test del perfetto amministratore pubblico. Il candidato risponda alla domanda: cosa farebbe se gli avanzasse un milione di euro? Risposta: potenziamento dei malandati servizi sociali, miglioramento delle inadeguate prestazioni sanitarie, sviluppo della angusta viabilità. Sbagliato. Almeno in Regione Liguria. Dove un milione di euro in effetti non avanza, ma verrà speso per la creazione delle Case dei popoli fortemente volute dal comunista italiano Enrico Vesco, l’assessore che firma la legge sull’immigrazione approvatata ieri in commissione e che è riuscito a ottenere che il finanziamnento ammonti non ai 260mila euro stabiliti in principio, ma a 700mila in più, per un totale di 960mila. Dice il testo varato dalla giunta che la Regione contribuirà per il 50 per cento delle spese di quei Comuni che, ristrutturando immobili o costruendoli ex novo, vorranno creare «luoghi di incontro fra cittadini di diverse nazionalità» volti a «favorire lo scambio di esperienze sociali e culturali fra i popoli», il tutto per facilitare «l’integrazione sociale degli immigrati».
Il centrodestra promette battaglia: «È una vergogna - tuonava ieri Matteo Rosso di Forza Italia -. Non abbiamo soldi per la Sanità, anzi dobbiamo pagare il ticket, non abbiamo i soldi per restaurare le case di Arte per i nostri cittadini che ne avrebbero diritto, ma la Regione stanzia 30mila euro per la tendopoli per i senzatetto in pieno centro gradita al vicepresidente Massimiliano Costa, e ben 960mila per gli extracomunitari di Enrico Vesco.

Complessivamente un altro milione di euro da investire non per i cittadini liguri, con il rischio fra l’altro di creare ulteriori tensioni, perché questi investimenti non potranno essere accettati e condivisi dai tanti cittadini liguri in difficoltà che da tempo chiedono aiuto». Se ieri al testo di legge si sono opposti Forza Italia e An, l’Udc si è astenuto, mentre i centristi di area cattolica sono improvvisamente scomparsi dalla commissione.

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