Ma i sondaggi dicono che il Professore è sempre più precario

In un anno e mezzo il governo ha perso 4 punti di consenso e l’Unione è precipitata al 45,5%. Mentre Forza Italia vola al 27%

Ma i sondaggi dicono che il Professore è sempre più precario
Roma - Il governo Prodi ha perso oltre quattro punti di consenso in meno di un anno e mezzo. Se si andasse ora alle elezioni il centrodestra sarebbe in vantaggio di sette punti. È per ora una campagna elettorale virtuale, perché si tratta dell’ultimo sondaggio sulle intenzioni di voto degli italiani alla Camera dei deputati realizzato dalla Ipr Marketing per il sito Repubblica.it. Intenzioni che però delineano un completo ribaltamento delle simpatie politiche degli italiani dall’aprile del 2006, quando le due forze politiche erano sostanzialmente alla pari in Parlamento, con un vantaggio del centrosinistra alla Camera.

Il Partito democratico è stazionario al 28% grazie alla candidatura di Walter Veltroni che ha portato almeno tre punti di consenso come valore aggiunto, ma non riesce ancora ad avvicinarsi al 30% delle aspettative. Crescono Forza Italia e Lega. Sono in flessione An e Udc, ma complessivamente, secondo il sondaggio, è la Casa delle libertà in questo momento il polo forte. L’Unione è precipitata al 45,5% soprattutto per la perdita di consenso dei partiti della sinistra radicale. La Cdl ha il 52,5% delle preferenze.

Forza Italia guadagna oltre tre punti (3,3%) rispetto alle politiche 2006, assestandosi al 27%. La Lega sale dell’1,4% e ora avrebbe il 6% dei voti degli italiani. Perde circa un punto Alleanza nazionale, scendendo dal 12,3 all’11%, e quasi 2 l’Udc, dal 6,8% al 5%. Il sito di Repubblica faceva notare ieri come il partito di Casini sia decisivo nella sfida elettorale. Ma bisognerebbe verificare la tenuta (o il tracollo) di Rifondazione e Pdci con l’eventuale ingresso dei centristi della Cdl nell’Unione, dal momento che i due partiti sono in crisi molto grave per il solo fatto di essere al governo.

Se il Partito democratico per ora non è in accelerata, sono infatti altri i partiti dell’Unione che frenano la coalizione. Dalla ricerca Ipr Marketing appare evidente che l’alleanza con i moderati del centrosinistra ha fatto perdere consensi all’ala massimalista (tranne i Verdi, che navigano su uno stazionario 2,1%).

Rifondazione rispetto alle politiche ha perso l’1,8% delle preferenze, i Comunisti italiani l’1,3. Il Pdci anzi dimezza l’elettorato, passando dal 2,3% delle politiche all’1% di adesso. Ma è in sorprendente calo anche la Rosa nel pugno, che avrebbe lasciato per la strada in questi diciassette mesi l’1,6% dei suoi elettori.

Va detto che la somma delle preferenze di Ds e Margherita alle elezioni del 2006 era del 31,3%, oltre tre punti in più dei voti che otterrebbe adesso il Pd. Il calo appare in effetti generalizzato. Nel centrosinistra l’unico partito che non perde è l’Italia dei valori, passato dal 2,3 al 2,5%.

Sembra che le preferenze degli italiani stiano diventando più precise nel corso delle settimane, a sfavore del governo in carica, ma secondo questo sondaggio c’è però anche un piccolo partito di indecisi equivalente al 2% dei votanti, e un altro degli scontenti (3,5%), che non sanno se stare a destra o a sinistra, e non hanno idea su quale partito votare. La bilancia delle preferenze del Paese, comunque, pende nettamente a destra anche secondo il quotidiano online di sinistra Repubblica.it.

«I Tg della tv pubblica daranno questa notizia?», si domandava ieri il senatore

di Forza Italia Giampaolo Bettamio. «Sono sicuro - commentava - che come al solito la nasconderanno, preparando magari l’ennesima intervista al presidente del Consiglio che racconterà agli italiani un Paese delle favole».

«Siamo tranquilli sotto il profilo della nostra tenuta», chiarisce da An il senatore Nino Strano: «Siamo felici se anche dal centrosinistra i sondaggi ci danno in testa come Casa delle libertà». Dall’Unione nessun commento. Solo Romano Prodi, parlando di Finanziaria, ha garantito che la popolarità «tornerà a salire». Ma non ha detto quando.
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