I Subsonica viaggiano a metà tra cartoon e «cyberpoesia»

Va bene la cibernetica dell’animo. E la contemplazione della vita (altrui) da un oblò informatico. Però se non c’è la scintilla, se non scorre almeno un filo di passione nelle vene di un testo, le parole sono fotografiche ed emozionano pochino anzichenò. Così, mentre passa il clip di Vita d’altri dei Subsonica (bravissimi, fin troppo bravi... ) l’emozione si ferma solo alle immagini e alla loro artificiosa bellezza, alla ragazza di cartoon ed emarginazione che spunta da un orribile caseggiato e guarda la - appunto! - vita d’altri come fosse «un viaggio a metà». E a metà si fermano ancora i Subsonica, che sono impareggiabili nell’essere sempre avanti e spesso altrettanto irraggiungibili nell’essere compresi a fondo in quello spazio fugace che, per definizione, si riserva a un videoclip musicale. Troppa euforia di riferimenti. Troppo freddo distacco nel delineare i personaggi.

Ed ecco perché, allora, gli uomini e le donne dei Subsonica sono anche loro irrimediabilmente «a metà», mai solo carne e ossa e pensieri, ma sempre - come in Vita d’altri - divisi, frammisti, separati, una parte di questo e una di quello (qui sono cartoon e robot), insomma difficili da afferrare, comprendere, amare od odiare nel tempo breve di una canzone.

SUBSONICA - Vita d’altri (Emi)

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