In 60 anni di guerre con i palestinesi non avevano mai fronteggiato un avversario tanto insidioso. Dal settembre 2005, quando l'ultimo soldato israeliano lasciò Gaza, Hamas ha cambiato volto trasformandosi da milizia terroristica in organizzazione di guerriglia paramilitare strutturata sul modello di Hezbollah. Il nuovo esercito fondamentalista, forte di oltre 15mila uomini, può contare su centinaia di missili con gittate fino a 40 chilometri, razzi anticarro e strutture di difesa sotterranee in grado di mettere in seria difficoltà gli israeliani. La chiave di volta per la repentina crescita militare di Hamas sono stati gli aiuti iraniani e la stretta collaborazione con Hezbollah. Dopo il ritiro israeliano del 2005 e dopo la cacciata dei moderati di Fatah dalla Striscia nel maggio 2007 i comandanti di Hamas sfruttano i tunnel scavati alla frontiera con il Sinai egiziano per raggiungere i campi d'addestramento in Iran o in Libano.
Quegli stessi comandanti rimodellano la struttura dell'organizzazione. Grazie a quella «cura» rapida e intensiva Hamas conta oggi su una forza d'élite di circa 1.000 uomini e su una struttura paramilitare di stampo guerrigliero forte di almeno 14mila effettivi, divisi in brigate e battaglioni. Attraverso i tunnel al confine con l'Egitto transitano le tonnellate di esplosivi e le decine di batterie di katyusha capaci di colpire centri importanti come Beer Sheeva o il porto di Ashdod. I nuovi missili dislocati nella rete di bunker e fortificazioni sotterranei al confine settentrionale della Striscia puntano a garantire una rappresaglia del terrore simile a quella dell'estate 2006, quando Hezbollah bersagliò sistematicamente le principali città del nord d'Israele.
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