I supermarket della morte incubo per il futuro della Libia

Crescono, e purtroppo con ampio fondamento, i timori per il futuro della Libia che ha appena archiviato il capitolo storico di Muammar Gheddafi (e il luogo dove è stato ucciso il Colonnello è già divenuto una macabra attrazione turistica). Malgrado gli impegni assunti dal Cnt, in tutta la Libia orientale decine di depositi di armi, ancora intatti, sono abbandonati senza neanche una guardia ad impedire che chiunque voglia entri e, come ad un supermercato della morte, ne faccia incetta. Un reporter dell’agenzia Reuters ne ha visitato uno intatto vicino ad Agedabia, sulla costaa un centinaio di chilometri di Bengasi. All’interno sulle rastrelliere migliaia di razzi, mine, Rpg anti-carro e anche due siluri di fabbricazione italiana.

In un altro arsenale vicino a Bengasi una singola guardia difende una serie di bunker pieni di munizioni che si stendono a perdita d’occhio Alcuni analisti temono che questi depositi possano fornire una perfetta fonte di approvvigionamento di armi a quanti dovessero rimpiangere la fine del regime di Gheddafi o alle diverse fazioni che dovessero iniziare un conflitto interno. Il timore è che si ripeta quanto avvenne nel 2003 in Irak subito dopo la caduta di Saddam Hussein quando tutti gli insorti, sunniti, sciiti, miliziani di Al Qaida, saccheggiarono i fornitissimi arsenali del raìs.

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