Politica

I TAR NUOCCIONO GRAVEMENTE AL BUON SENSO

Si dirà che attacco i Tar per partito preso. In effetti trovo che sia aridamente burocratica, defatigante, e a conti fatti nociva, una giustizia amministrativa chiamata a pronunciarsi su ogni possibile aspetto dello scibile e della vita umana: dalla bocciatura d’un ragazzo nella scuola media al fancazzismo dei fannulloni del pubblico impiego e alle centrali nucleari. È grottesco che ai Tar vengano chieste, nella voluttà di litigio che distingue gli italiani, decisioni su problemi così disparati. Ancor più grottesco è che i Tar si sentano abilitati a prenderle. Inconcepibile infine è che i diversi Tar regionali diano, su questioni identiche, risposte diverse o opposte. Càpita anche - ed è causa di non minore turbamento - nella giustizia ordinaria che si occupa tuttavia - la penale soprattutto - di situazioni personali.
Nulla di personale, invece, in due delibere del Tar veneto e del Tar laziale. Da quando i comuni hanno avuto maggiori poteri, parecchi sindaci si sono sentiti in diritto di adottare misure più rigorose contro la prostituzione, e in particolare contro il suo dilagare esibizionistico - al limite della pornografia - nelle strade che anche i bambini dovrebbero poter frequentare. In particolare il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi - efficiente benché a volte un po’ rustico - ha reso più severe le regole riguardanti l’amore mercenario. Con multe sia per le passeggiatrici sia per i loro clienti.
Ma una rappresentante delle prostitute, Pia Covre, e un comitato per i loro diritti civili, hanno presentato ricorso. E il Tar Veneto l’ha in parte accolto sospendendo l’ordinanza di Tosi. La quale - è scritto dottamente nella motivazione - prescinde «dall’accertamento di situazioni specifiche e localizzate riferibili all’esigenza di tutela della sicurezza urbana». Ma secondo il Tar laziale un’ordinanza pressoché identica del sindaco di Roma Alemanno di An non prescindeva, e pertanto rimaneva valida. Nel frattempo tre sindaci toscani, tutti targati Pd, hanno varato norme simili a quelle di Tosi, e già una multa è stata inflitta.
Non mi azzardo a stabilire se la strategia di Tosi, di Alemanno e di altri sia o no efficace, e se invada o no i diritti individuali (ma lo sconcio di certe vie cittadine ridotte a bordelli doveva pur essere affrontato, in qualche modo). Ho invece una certezza. Se la lentezza, contraddittorietà e farraginosità della legge investe le regole del vivere civile - tra quanti mesi o anni avremo una sentenza unificante del Consiglio di Stato? - Questo delle prostitute non è più un caso.

È il caos.

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