I tifosi in strada: «Preziosi, non mollare»

I tifosi in strada: «Preziosi, non mollare»

Francesco Gambaro

Tutti in strada appassionatamente. Con bandiere e striscioni, slogan e cori da stadio. «Giù le mani dal presidente». «Non mollare mai, non mollare mai». Via Gobetti ieri, ore 9.40. Davanti alla caserma di Forte San Giuliano sbuca la Bmw di Enrico Preziosi. Insieme a lui c'è il direttore generale Stefano Capozzucca. Arriva anche l'avvocato Alfredo Biondi, accompagnato dal figlio Carlo. È il giorno degli interrogatori. E il popolo genoano ha deciso di scendere in piazza per manifestare la sua solidarietà ai vertici societari invischiati nell'inchiesta sulla presunta combine di Genoa-Venezia. Un centinaio di tifosi rossoblù trasforma via Gobetti in una «succursale» della gradinata nord. Fila tutto liscio. La protesta corre sui binari della civiltà. Così aveva promesso la gente allo stesso Preziosi. Così è andata.
Alle 10.55 il presidente del Genoa esce dalla caserma dei carabinieri. Il volto non tradisce né emozioni né tensioni. Ai cronisti che lo circondano dichiara: «Siamo sereni, completamente sereni. Ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere, lasciando al pm che guida l'inchiesta una memoria nella quale spieghiamo che non ci riconosciamo in questo capo d'imputazione. Andremo a fare la nostra serie A perché siamo estranei ai fatti che ci hanno addebitato e lo dimostreremo». Un tifoso gli getta una sciarpa. Preziosi sorride e se la mette al collo. «Non mollare mai, non mollare mai», canta la folla. Il numero uno rossoblù dispensa ottimismo: «È una bolla questa cosa qua». Poi entra in auto insieme a Capozzucca. Il volto del dg rossoblù sembra più tirato di quello del suo presidente. Impressioni.
Ora l'attenzione dei tifosi si sposta su Biondi senior. «Grande Alfredo!» urla un genoano di lungo corso. L'avvocato sorride, scambia un paio di battute con i cronisti, prima di salire sulla Bmw insieme al figlio. Da Forte San Giuliano qualche minuto prima era uscito Franco Dal Cin, consigliere delegato del Venezia, anche lui tra gli indagati col figlio Michele, direttore generale della società veneta e il team manager Pino Pagliara. «Ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere - dichiara Dal Cin senior -. Ho letto di un presunto filmato in cui vengo ripreso insieme a mio figlio col direttore generale del Genoa Capozzucca. Lo escludo. Genoa-Venezia? È stata una partita vera». In strada rimane un manipolo di genoani. S'interrogano su come finirà questa storia. Pessimismo e ottimismo vanno a braccetto.

«Non è possibile che appena vinciamo qualcosa, scoppi il finimondo», mugugna Maurizio G. Un attimo di sconforto e il tifoso riprende coraggio. «Ce la faranno sudare qualche settimana, la serie A, ma tutto si risolverà in una bolla di sapone».

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