I tour operator non possono più essere lasciati soli a farsi carico delle situazioni di emergenza. A dirlo è l’Astoi, l’associazione italiana dei tour operator, secondo cui "la nuova chiusura dello spazio aereo degli scali del Nord Italia fino alle 8 del 20 aprile, decisa questa mattina dopo la riapertura di ieri sera, ha aggravato ulteriormente una situazione le cui dimensioni, in termini di perdita economica per il comparto del trasporto aereo e del turismo organizzato, sono di tale gravità che ogni stima dei danni, al momento, risulterebbe riduttiva". "Le perdite che stiamo rilevando - ha continuato l’organizzazione dei tour operator - infatti sono di tale entità che, in assenza di un tempestivo intervento del governo, molti operatori non saranno più in grado di garantire il rimpatrio e i rimborsi ai passeggeri. Onde scongiurare tale pericolo, Astoi chiede una riunione urgente al governo e ai ministeri competenti, insieme ai vettori aerei, per definire un piano d’azione a tutela dei passeggeri e a salvaguardia del comparto".
Alpitour attiva unità di crisi Per garantire assistenza ai propri clienti bloccati negli aeroporti d’Europa, il gruppo Alpitour ha costituito nel weekend una unità di crisi per gestire le situazioni di emergenza. Inoltre è stato messo a disposizione dei clienti un call center con numero gratuito per chiedere informazioni sull’evolversi della situazione e sul sito internet inserito un avviso dedicato ai clienti in partenza con l’indicazione degli aggiornamenti sui voli. "Siamo intervenuti immediatamente a più livelli - sottolinea una nota di Alpitour - raddoppiando il nostro personale di assistenza negli scali aeroportuali italiani e nelle destinazioni da cui sarebbero dovuti partire i voli di rientro verso il nostro paese con l’obiettivo di prestare il massimo sostegno a tutti i clienti coinvolti. Inoltre per alleggerire il più possibile il disagio dell’attesa abbiamo fornito la riprotezione un albergo e offerto i pasti".
Federalberghi: persi 80 milioni di euro L’emergenza vulcano è costata finora agli alberghi italiani 80 milioni di euro: è quanto emerge da un monitoraggio realizzato da Federalberghi-Confturismo, secondo il quale il 66% delle strutture sono state finora interessate dalla crisi, con cancellazioni di arrivi e pernottamenti; al momento la media di presenze cancellate è pari a 35 pernottamenti. Oltre il 90% degli alberghi interessati dal fenomeno ha annullato la prenotazione, ricorda Federalberghi, senza applicare alcuna penale, provvedendo poi nel 20% dei casi a restituire eventuali importi pagati all’atto della prenotazione, concordando nel 28% dei casi un bonus da utilizzare in un altro periodo o nel 52% dei casi lo spostamento della prenotazione ad altra data. "Si tratta come si vede - afferma il presidente di Federalberghi-Confturismo Bernabò Bocca - di un grande esempio di responsabilità degli albergatori italiani, del quale nessuno dubitava e che riteniamo a ragione debba avere un pubblico riconoscimento politico e un’adeguata attenzione governativa".
"Le aree maggiormente colpite al momento sono le città d’affari e quelle d’arte - rileva da ultimo Bocca - ma con il passare delle ore anche le località vacanziere stanno cominciando a segnalare a loro volta annullamenti e cancellazioni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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