I tribunali fondati da Khomeini

I tribunali rivoluzionari iraniani, presso uno dei quali si è aperto ieri il processo a carico di un centinaio di oppositori, furono istituiti nel 1979 dal fondatore della Repubblica islamica, l’ayatollah Ruhollah Khomeini. Sono retti da religiosi e operano sotto la giurisdizione del capo del potere giudiziario, attualmente l’ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi. Il capo del potere giudiziario è nominato dalla Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, e nomina a sua volta il responsabile di tutti tribunali rivoluzionari, che presiede anche la corte di Teheran. I tribunali sono chiamati a giudicare una grande varietà di reati, dalle attività giudicate «controrivoluzionarie», allo spionaggio e al narcotraffico. I processi si svolgono a porte chiuse e senza avvocati difensori. Gli imputati hanno la possibilità di fare appello. Il processo dei cento a Teheran è il più grande celebrato in Iran dalla rivoluzione khomeinista del 1979.

A tenere le fila dell’accusa è Saeed Mortazavi, il famigerato procuratore generale conosciuto anche come il «grande boia» per il numero di esecuzioni capitali firmate e come «macellaio della stampa» per la sua ossessione di chiudere i giornali critici del regime.

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