I trucchetti di Filippo, professione camaleonte

Possiamo tranquillamente chiamarlo il «miracolo» di San Filippo Penati o, se preferite, la conversione sulla via di Palazzo Isimbardi. L’ancora per poche ore (questo è quello che ci auguriamo per il bene di Milano) presidente della Provincia si è infatti completamente trasformato durante questa campagna elettorale. Di più: si è trasfigurato. Quello che lui e i suoi sostenitori vanno dipingendo in queste torride giornate elettorali non è infatti il Filippo Penati che tutti conosciamo, cioè un presidente della Provincia che in cinque anni non ha fatto praticamente niente, un politico che nei sessanta mesi in cui è rimasto inchiodato sulla poltrona della Provincia si è buttato anima e corpo in una sola impresa: l’acquisizione del maggior numero possibile di azioni dell'autostrada Milano-Genova. Per il resto limitandosi semplicemente a cercare di rompere le uova nel paniere prima ad Albertini poi alla Moratti che, a differenza di Filippo il Bello, hanno il vizietto di fare cose concrete per mandare avanti la città.
E a questo, e solo a questo - lo tenga bene in mente chi fra gli indecisi sceglierà di votare al ballottaggio il rappresentante del Pd - serviranno i prossimi cinque anni di Penati qualora dovesse venire rieletto.

Soprattutto servirà a cercare di boicottare l’Expo 2015, un’opportunità unica per rilanciare Milano in Europa e nel mondo. Dopo oltre un anno di beghe interne alla maggioranza, toccherebbe finalmente a lui disseminare di trappole e trabocchetti il cammino dell’Esposizione internazionale. (...)

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