I trucchi per pilotare le gare nelle cartelle «da distruggere»

I documenti salvati spiegano i meccanismi escogitati dal «cartello del cemento» per distribuirsi l’assegnazione degli appalti

«Il geometra Carsenzuola, dopo la pubblicazione dei bandi di gara, era solito dettarmi i nominativi delle società a cui poi avremmo chiesto l’adesione alle gare. Successivamente, mi consegnava i ribassi che ognuna di esse avrebbe dovuto presentare. Questi bigliettini venivano messi in una busta, e recapitati a tutte le società». Così parlava uno dei testimoni ascoltati dagli investigatori, nell’indagine sul cartello di imprese organizzate per aggiudicarsi le gare d’appalto indette da Comune, Provincia e Metropolitana spa al prezzo più vantaggioso. Ora, dopo le perquisizioni di martedì eseguite dagli uomini della Guardia di Finanza, i primi riscontri. Numerose cartellette con un’intestazione inequivocabile: «Da distruggere».
Fascicoli che contengono i documenti con cui le imprese implicate nel «comitato d’affari» guidato da Adriano Carsenzuola, direttore tecnico della Carugo spa, e Valeriano Angeli, direttore amministrativo della Cooperativa selciatori e posatori (entrambi in carcere da martedì con l’accusa di turbativa d’asta e illecito subappalto) avrebbero stabilito le modalità di partecipazione ai bandi pubblici, e le offerte al minimo ribasso. Acquisita dagli investigatori anche una «pen drive» contenente un software con cui le aziende del cartello calcolavano l’offerta più vicina alla media per l’assegnazione delle gare pubbliche.
L’ipotesi investigativa, dunque, trova risposte. Oggi, Carsenzuola e Valeriano saranno sentiti prima dal gip Andrea Pellegrino, poi dal pm Francesco Prete. Mentre nelle prossime settimane sarà il turno dei due funzionari del Comune indagati per omesso controllo. L’inchiesta, dunque, è solo all’inizio.

La Procura, infatti, dovrà accertare se e quali siano state le complicità negli uffici della pubblica amministrazione, e se sia stato un giro di mazzette ad «ammorbidire» la vigilanza. Mentre un’altra inchiesta per frode in pubbliche forniture procede parallelamente. Anche in questo caso c’entra corso Garibaldi, il volto «prestigioso» di Milano. Anche in questo caso, un cartello di aziende.

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