I turbamenti del postino adolescente tra i colombi Julie Christie e Alan Bates

È cosa risaputa: l'età vittoriana fu più folta di puritanesimo, cinismo e ipocrisia che di altre dubbie valenze. Il cineasta Joseph Losey (1909-1984) e l'ancor vivo e vegeto drammaturgo-sceneggiatore Harold Pinter s'incaricarono, realizzando nel 1971 il film Messaggero d'amore, di sbullonare, con proterva risolutezza e non senza perfida finezza, riti e miti di un classismo feroce imperante in Inghilterra tra agresti scorci aristocratici-borghesi e soperchierie occulte e, ancor più, occultate con intollerante pervicacia. Messaggero d'amore, tratto con ampie licenze dal libro di Leslie Poles Hartley L'età incerta, rievoca tra insistiti flashback l'estate morbosa d'un adolescente incastrato (quale tramite) dalla liaison dangereuse tra la sofisticata Marian (Julie Christie) e il ruvido Ted (Alan Bates).

Tra turbamenti e tribolazioni crescenti la vicenda volgerà verso l'inesorabile débâcle sentimentale. Il tutto sotto l'impietosa, smagliante luce del technicolor sapiente di Gerry Fischer.

MESSAGGERO D’AMORE - 20th Century-Fox, euro 22,99

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