I vandali rovinano la festa Inter: Meazza devastato

I tifosi invadono il campo e distruggono il prato e le porte

(...) L’invasione e l’entusiasmo sono arrivati di pari passo quando alle 20,50 i cancelli si sono aperti e in 60mila si sono riversati sugli anelli del Meazza al punto che anche il terzo anello e la tribuna rossa con annessa tribuna d’onore, sono stati aperti per permettere alla gente di gustarsi lo show di felicità.
L’organizzazione messa in atto da Pierfrancesco Barletta, responsabile dello stadio per la parte Inter, ha funzionato: 300 steward presenti tra quelli del pomeriggio e altri chiamati per l’occasione, lo staff interista al gran completo e il classico «tocco ferro» per augurarsi che tutto andasse bene. E, a livello infortunistico, tutto è filato per il meglio: neppure un graffio.
È stato dopo la consegna del trofeo per lo scudetto, i giri di campo dei giocatori e l’orgia dei festeggiamenti, che i tifosi hanno incominciato a premere ai cancelli intorno al terreno di gioco e a scavalcarli. Uno, dieci, cento hanno fatto sì che la pressione si allentasse e allora, tutti in campo, con giocatori e dirigenti nerazzurri, con appresso famiglie e amici, a rifugiarsi negli spogliatoi.
E lì sono incominciati i vandalismi: pali delle porte divelti per poterne asportare pezzi da conservare come preziosi cimeli; stessa cosa per le reti; gli appoggiaschiena delle 16 poltroncine della panchina nerazzurra strappati (solo 4 sono rimasti integri) e portati a casa; le zolle del terreno (oltre 35 da 7 mq l’una per un totale di oltre 250 mq) messe in spalla e esibite come trofeo di guerra (ma c’era chi anche nelle vie attorno cercava di venderle); i cartelloni ai lati del campo danneggiati, in particolare un Led luminoso per la pubblicità elettronica che vale una fortuna.
Senza dimenticare che fuori dal Meazza il terreno era un fiume di bottigliette, lattine e vetri rotti che l’Amsa non era materialmente riuscita a rimuovere.
Le prime stime parlavano di quasi 500.000 euro di danni, cosa che ha fatto sorridere il direttore del Meazza Paolo Belotti che ha riportato il tutto nelle giuste dimensioni: «Non sono calati i barbari e non ha colpe l’Inter che ha fatto tutto per il meglio. Le stesse cose sarebbero capitate anche se ci fossero stati il Milan, la Juve o gli oratori salesiani. Talvolta il troppo entusiasmo non fa bene al popolo bue.

Il campo è stato danneggiato ma, con i concerti in programma, avremmo dovuto comunque cambiarlo completamente per la nuova stagione. E anche le panchine che sono offerte dagli sponsor». Insomma i danni sono un po’ meno di quello che sembrava

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