I Verdi aprono la caccia al cellulare di Burlando

Morelli lascia il consiglio regionale e volantina il numero del presidente per protesta sugli spari ai fringuelli

I Verdi aprono la caccia  al cellulare di Burlando

Paola Setti

Val bene una telefonata, la vita di migliaia di storni e fringuelli. Peccato che anche le telefonate saranno migliaia e che il telefono sia quello di Claudio Burlando il presidente della Regione. La capogruppo dei Verdi Cristina Morelli gliel’ha fatta grossa questa volta. Per protesta contro una delibera della giunta che concede una deroga alla caccia agli uccelli migratori, ha pubblicato su volantini e manifesti non solo il numero di fax e l’indirizzo e-mail del presidente, ma anche il suo cellulare personale, invitando la popolazione a inviare messaggi di protesta. «Glielo paga la Regione, è un cellulare pubblico» s’è difesa. E poi, lei che di fucili non vuol sentir parlare, ha sparato alzo zero: «Io l’ho tentata la via del dialogo, ma non c’è stato nulla da fare. Che mi denunci pure. Voleva sapere cosa pensano i liguri? Ora finalmente lo saprà».
Burlando ha smesso di rispondere al cellulare. Morelli è stata vista bere un cappuccino all’ora di pranzo, ma doveva esser l’ultimo. Perché da ieri è in sciopero della fame «a oltranza, fino alle estreme conseguenze». Del resto, rischia pure di trovarsi senza spiccioli, visto che, sempre da ieri, ha smesso di partecipare al consiglio regionale e alle commissioni consiliari, il che farà scattare una serie di trattenute sul suo stipendio, fortuna che è alto. Un tetto sulla testa comunque le resterà: se l’è costruito da sé, l’ha chiamato Tenda della Natura, 4 metri per quattro che fanno brutta mostra di sé in piazza De Ferrari, proprio davanti all’ingresso della Regione. E tutto contro il centrosinistra, anzi, contro Claudio Burlando, reo di aver disatteso gli accordi elettorali sulla caccia.
Ieri gli alleati l’hanno accusata di non esser mai d’accordo con la maggioranza, lei ha ribaltato le critiche con un morettiano: «Sono loro che non fanno cose di sinistra». Particolarmente infuriato era Emanuele Porcile il presentatore della lista Gente di Liguria, quella di Burlando, che fra l’altro ha denunciato l’illegalità del tendone a De Ferrari: «Le autorizzazioni devono arrivare tre giorni prima, ai Verdi è arrivata solo oggi». Lei se n’è fatta un baffo: «Che mi sgomberino, io resterò qui con il saccoapelo». Non è questione di interpretazioni, sottolinea. Perché sul programma elettorale c’era scritto, capitolo Ambiente, punto D, che non ci sarebbero state deroghe sulla caccia. Il giorno prima dell’approvazione della delibera, Morelli e il collega di gruppo Carlo Vasconi avevano anche scritto a presidente, giunta e capigruppo chiedendo «non l’impossibile ma il rispetto delle normative, che vietano deroghe se non in alcuni casi che non sussistono in Liguria». «Sicuri di un riscontro positivo» avevano firmato. E invece. A mali estremi estremi rimedi, Morelli ha dichiarato guerra.
Ieri è stata una giornataccia per il centrosinistra. In aula è stato approvato il via alla progettazione di un albergo con posteggio sotterraneo a Bergeggi, al confine fra la spiaggia e il porto di Vado. «Su una banale pratica di pianificazione del territorio si consuma una grave frattura nella maggioranza» riassume indignato il capogruppo di Forza Italia Luigi Morgillo. Perché i Verdi hanno votato contro: «Per risanare la costa già troppo urbanizzata occorre bloccare le colate di cemento» ha detto Vasconi. Rifondazione, con Giacomo Conti, ha gridato all’inciucio fra l’assessore Ds Carlo Ruggeri, ex sindaco di Savona, e il consigliere di Forza Italia Franco Orsi, savonese anche lui, predecessore di Ruggeri all’assessorato all’Urbanistica, che aveva annunciato il suo sì alla pratica. «Lei non si deve stupire che io voti con la sua maggioranza, ma che la sua maggioranza voti con me» ha ironizzato l’azzurro.


E infatti, Conti s’è rivolto a Ruggeri denunciando «la continuità con le politiche precedenti». L’assessore ha risposto che l’intervento è stato deciso dal Comune di Bergeggi e che la Regione non può fare il supervisore delle scelte autonome dei Comuni. Verdi e Prc hanno votato contro e nemici come prima.

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