Milano

I vigili contro i 30 all'ora: "Non è la velocità a causare gli incidenti"

Un "provvedimento demagogico" che farà "peggiorare il traffico e innalzare lo smog"

I vigili contro i 30 all'ora: "Non è la velocità a causare gli incidenti"

Il limite dei 30 km orari in città? «È un provvedimento demagogico» per i vigili milanesi, dal momento che non raggiungerebbe nessuno degli obiettivi che si propone. «Non riduce il numero degli incidenti, non abbassa, anzi fa alzare l'inquinamento, peggiora il traffico».

Due giorni fa il consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno, firmato da Marco Mazzei della Lista Beppe Sala sindaco, sostenuto da tutti i consiglieri di maggioranza, che prevede l'estensione del limite dei 30 km orari in tutta la città, con l'eccezione di alcune selezionate vie ad alto scorrimento come la circonvallazione o le arterie di ingresso. Prima motivazione: la sicurezza stradale. Secondo l'ordine del giorno, infatti, «il limite dei 30 km/h fa ridurre il numero e la gravità degli incidenti stradali urbani. L'impatto tra un'automobile che viaggia a 50 km/h e un pedone o un ciclista è quasi sempre fatale per l'utente leggero della strada e, al contrario, l'impatto a 30 km/h non è quasi mai letale e offre ampie rassicurazioni sulla minore gravità delle conseguenze - si legge nel documento -. Così tra tempo di reazione e spazio di frenata a 30 km/h, un veicolo percorre 13 metri; tra tempo di reazione e spazio di frenata a 50 km/h un veicolo percorre 28 metri».

Non è così: i vigili ricordano che «la causa principale degli incidenti stradali è la guida distratta, guida con il cellulare o per l'uso del navigatore di bordo e non per eccesso di velocità - tuona Daniele Vincini, segretario regionale del Sulpl - Se guardiamo agli incidenti mortali che riguardano ciclisti questi avvengono perché mezzi pesanti nel fare manovra o nello svoltare, spesso non li vedono e li schiacciano: basterebbe mettere delle piccole telecamere su questi mezzi nei punti ciechi».

Secondo i dati di Aci Milano nel 2021 il 23,96 per cento degli incidenti mortali in Lombardia è stato provocato dall'elevata velocità, mentre il 28,17 per cento del totale dei sinistri è dovuto alla distrazione. «Quello che possiamo dire è che la velocità è un moltiplicatore dei danni negli incidenti, ma non certo la causa - continua Vincini-. Non solo, con la tecnologia ormai le auto di ultima generazione sono in grado di frenare e fermarsi nel giro di qualche metro: a 50 km/h un'auto frena in 12 metri ma la giunta sembra essere ferma agli Anni 50».

Secondo punto contestato: il traffico. «Rallentando la velocità è evidente che il traffico sarà nettamente più congestionato, con il conseguente aumento delle emissioni di polveri sottili» spiega il segretario regionale del Sulpl.

E poi tutto il centro di Milano, ovvero la Cerchia dei Navigli «ha già con il limite dei 30 chilometri orari, così il 15 per cento della città ha ztl per zone 30: ma chi li rispetta? Come il divieto di fumo alla stadio di San Siro: chi lo fa rispettare?» si chiede Vincini. «Il sindaco di Milano, che è anche sindaco della città metropolitana abbia allora il coraggio di estendere tutti i suoi provvedimenti, a partire da questo, a tutti i comuni....» la provocazione. «Ma che la colpa non ricada sui vigili urbani» conclude Vincini.

Chi poi fa rispettare il limite? E con che strumenti? si chiede Sergio Bazzea, segretario provinciale del Diccap-Sulpm. «Viene il sospetto che si voglia disseminare la città di autovelox e allora il provvedimento è per fare cassa.

Aumenteranno solo i contenziosi tra automobilisti e vigili - prevede Bazzea -: il margine di tolleranza per eccesso di velocità è del 5 per cento: bisognerà multare gente che viaggiava a 36 km/h, ma lo sappiamo già che, come al solito, le colpe e la rabbia dei milanesi ricadranno su noi vigili».

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