I vigili pagano la multa ai senza tetto

Sempre all’erta per scovare infrazioni al codice della strada, pronti a ricorrere, senza sentire ragioni e con un pizzico di soddisfazione, al temuto blocchetto delle multe. Una sorta di incubo che tormenta gli automobilisti, soprattutto in caso di parcheggio in sosta vietata. Questa l’immagine del vigile urbano diffusa nella mente di molti, eppure può anche capitare che siano gli stessi agenti della polizia locale a sborsare di tasca propria per correre in aiuto di chi non ha i soldi per pagare la contravvenzione. È capitato a Milano, dove gli uomini del comando di zona 3 hanno organizzato una colletta per poter restituire ad una coppia la loro auto-rifugio.
Ma iniziamo dal principio. Il 23 giugno in via Lulli un carro gru della polizia locale interviene per rimuovere alcuni veicoli che intralciavano dei lavori in corso e aggancia, tra le altre, una Fiat Marea grigia parcheggiata sul marciapiede e con l’assicurazione scaduta. Un intervento di routine. Solo in seguito però si scopre che quest’auto rappresenta l’unico riparo di una coppia senza casa. È ormai da dieci anni, infatti, che Nicoletta e Adelio vivono nella loro station-wagon: dormono sui sedili e si lavano usando delle taniche. A dire il vero, per breve tempo, un alloggio l’hanno avuto. I servizi sociali di Madone (Bergamo) avevano infatti assegnato loro un piccolo appartamento da condividere con una famiglia africana.
Ma abitare in sei in 50 metri quadrati era davvero impossibile, così, nel giro di un paio di mesi, quei sedili di velluto sono ridiventati per loro letto, cucina e soggiorno. Di pagare una multa che, fra una cosa e l’altra, si aggira sui 1200 euro non se lo possono proprio permettere.
Si recano al comando e chiedono, pregano, si disperano.
La donna arriva ad arrampicarsi sul cancello esterno per inscenare un tentativo di suicidio. Alla fine, dopo circa un’ora, ai due viene promesso che, se si ripresenteranno con un’assicurazione valida, potranno riavere indietro il loro rifugio a quattro ruote.
Dovere assolto nel giro di un paio di giorni, tempo necessario per raggranellare la somma necessaria.
Ma non è ancora tempo per un lieto fine: restano da pagare rimozione e sosta e solo il comandante di zona potrebbe dare l’autorizzazione, per così dire, a chiudere un occhio. Ma il comandante è irreperibile e alla coppia sfiduciata non resta che prepararsi a trascorrere la terza notte all’aperto, tentando di proteggersi sotto le piante in vista dell’ennesimo temporale incombente e con il pensiero di poter perdere la loro unica fonte di sostentamento: il lavoro precario da ispettore di vigilanza di Adelio. Tutto sotto lo sguardo turbato degli agenti di turno. Uno di loro, Graziano Morrone, racconta: «Vederli accampati fuori dal comando intenti a cenare con un misero fromaggio crescenza ci ha commosso tutti».


«In più abbiamo scoperto che Adelio soffre di necrosi alla gamba, ma le medicine costano troppo e ha dovuto smettere di curarsi», aggiunge l’agente Antonio Bulgarello. Così sono bastati pochi minuti per raccogliere i soldi necessari a pagare la contravvenzione e restituire ai due il loro misero alloggio.
Una piccola vittoria della solidarietà sulla burocrazia.

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