I vip anti-Bush contro i mulini: «Rovinano la nostra estate»

Il presidente Usa è stato accusato di non aver firmato il protocollo di Kyoto. Ma i suoi avversari, a cominciare dalla famiglia Kennedy, non vogliono energia pulita

Ci sono tutti: il senatore Ted Kennedy, la famiglia Clinton, qualche centinaio di vip che svernano sulle coste del New England e in quella perla che è Cape Cod. Tutti ambientalisti a parole e molto poco a fatti. Perché quando George W. Bush ha deciso di non firmare il protocollo di Kyoto gli sono andati addosso, l’hanno accusato di essere l’uomo che distruggerà il mondo, che lo farà soffocare. Eppure da qualche anno loro lottano contro uno dei postulati degli accordi per l’abbattimento dei gas serra: l’uso di energia eolica. Combattono perché qualche centinaio di mulini dovrebbero essere piazzati proprio nel paradiso dove trascorrono le vacanze.
L’anno prossimo 130 turbine, alte oltre 100 metri, dovrebbero essere installate nelle acque della baia di Nantucket, per produrre energia elettrica, a soli dieci chilometri dalla casa sulla spiaggia dei Kennedy. Il mega-progetto eolico della Cape Wind Associates di Boston - detta anche la città del vento - guidata da Jim Gordon, è in ballo dal 2001. È il primo progetto di eoliche nell'acqua degli Stati Uniti e rischia di modificare per sempre una delle zone più trendy d'America, frequentata da ricchi e rampanti uomini d'affari oltre che da politici di spicco. La penisola di Cape Cod, che si affaccia sull'Atlantico, è la meta delle vacanze della famiglia Kennedy dal 1929, quando il padre di John Fitzgerald Kennedy (Jfk), Joseph, vi acquistò una grande casa sul mare nella cittadina di Hyannis Port. Dalla spiaggia privata dove Jfk amava giocare a pallone si vedono le sue due isole al largo della baia di Nantucket: Martha's Vineyard, una delle mete vacanziere di Bill Clinton e famiglia, e Nantucket, forse le isole più esclusive degli Usa. Quelle che secondo i Don Chisciotte liberal sarebbero deturpate dalle pale dei mulini. «Cape Wind non ha ancora superato i test e dubito che mai li supererà», disse qualche tempo fa il senatore democratico Kennedy, aggiungendo minaccioso: «Fino a quel giorno il progetto non muoverà un passo e nel frattempo mi opporrò fermamente alla sua attuazione». Il progetto, invece, è andato avanti, anche se tra mille difficoltà. I verdi e gli ambientalisti sono divisi mentre si sono già schierati contro il progetto gli abitanti (riuniti nei classici comitati del «Non nel mio giardino»); le agenzie turistiche, preoccupate per i loro affari; e i pescatori, secondo cui le enormi turbine creeranno pericolo per le imbarcazioni e danno per la pesca.
Anche un altro dei rampolli di famiglia, Robert Kennedy Jr, un avvocato ambientalista, è insorto: «Hyannis Port è un posto dove guardare la luna e le stelle nella notte. Dopo, sembrerà di guardare l'aeroporto La Guardia di New York».

La Cape Wind sta però difendendo a spada tratta la sua creatura dagli attacchi di Don Chisciotte sostenendo che l'energia eolica è «un'occasione per dare alle future generazioni un mondo più pulito» e che, in fin dei conti, le turbine saranno solo un bruscolino «poco più grande di un centimetro», in mezzo al mare.

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