(...) delloperazione di pulizia, costata alla casse comunali 40mila euro, è durata solo qualche giorno. Giovedì mattina la «macabra» scoperta: sulle pareti della Darsena comparivano, più che dei graffiti, delle scritte indirizzate al Comune: «Volete svendere Milano», «Milano ci ingrigisce». La risposta dellassessore Cadeo, però, non si fa aspettare. Nel pomeriggio Amsa ripulisce tutti i muri, che il giorno dopo recano un nuovo messaggio: «Vediamo chi si stanca prima...». Ormai è guerra aperta. Amsa ripassa unabbondante mano di grigio, e loro rispondono per le rime. Non solo. Ricompare il volto di Dax, non uno ma ben sette Dax. «Hanno fatto bene» è il lapidario commento dellassessore alla Cultura Vittorio Sgarbi che, in segno di pietas, si era battuto contro la cancellazione del graffito-ricordo scatenando una bufera.
«Sarebbe costato molto meno lasciare il graffito a Dax e darci qualche spazio come i muri ciechi dei palazzi - commentano alcuni writer, quelli storici, quelli che, per intenderci, hanno esposto i loro pezzi alla mostra «Street art, Sweet art» al Pac che, con 55680 ingressi, è stata una delle più visitate dellintera stagione. Graffitari che, laltro giorno, hanno bussato alla porta di Sgarbi, diventato suo malgrado paladino dei writer, per battere cassa: «Così non ci stiamo: dovete decidervi. Ci cancellate il murale di Dax, e poi ci mettete in mostra al Pac. Decidetevi: artisti o vandali?». La posizione di Palazzo Marino in effetti, appare schizofrenica. Si spacca sul murale a Dax, mette in mostra i writer e poi cancella i loro pezzi, inventa un tavolo di lavoro coordinato da Gisella Borioli, fondatrice del Superstudio Group, e poi dà loro la caccia. «La soluzione non è cancellare i graffiti, non serve a niente. Reclamiamo la libertà di espressione - gridano a gran voce - : New York, Parigi, Londra sono pulitissime eppure un tempo gli edifici erano coperti di scritte, che arrivavano fino al terzo piano. Poi hanno cominciato a dare ai ragazzi degli spazi, dei laboratori, e la cosa si è risolta. A Roma, invece, i writer sono stati invitati a disegnare sui muri delle stazioni. Bisogna rovesciare il problema: date ai ragazzi degli spazi, dei laboratori, delle occasioni e loro smetteranno di sfidare multe, denunce, a volte addirittura la morte, per lasciare il loro segno in giro per Milano». Ecco servita su un vassoio dargento la ricetta dei writer meneghini. Cosa ne pensa lassessore al Decoro urbano, Maurizio Cadeo? «Non lancio sfide al mondo dei writer e non le raccolgo. Io ho preso un impegno con i cittadini per ripulire la città da questo sconcio, e ho intenzione di mantenerlo, grazie anche allefficienza di Amsa che ogni giorno ripulisce la Darsena. Mi meraviglia che ancora non siano stati colti sul fatto».
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