Economia

Iccrea collaborerà con Unipol

Salvatori, ad del gruppo bolognese, aveva auspicato un’intesa

da Milano

L’auspicio di Carlo Salvatori si è avverato: Iccrea, la holding partecipata dalle banche di credito cooperativo, è pronta a collaborare con Unipol.
Il consiglio d’amministrazione della società presieduta da Giulio Magagni ha «valutato positivamente» - afferma una nota - i contatti con il gruppo assicurativo bolognese «finalizzati all'individuazione di possibili forme di collaborazione di mercato». Il consiglio ha per questo dato mandato al vertice «riservandosi di dare una valutazione complessiva delle ipotesi che verranno elaborate» sottolineando come i progetti allo studio «non prevedano fusioni o scambi di partecipazioni tra Iccrea e Unipol».
Ieri Unipol non ha fatto alcun commento alla presa di posizione di Iccrea. Ma l’accordo con il mondo del credito cooperativo è da tempo un obiettivo dichiarato del gruppo bolognese: ancora una decina di giorni fa, l'amministratore delegato Carlo Salvatori, presentando il piano industriale 2006-2009 a Milano, ha sottolineato come l’intesa «potrebbe avere un grande valore», «mettendo insieme un grande network bancario e assicurativo». Salvatori aveva anche osservato come, a proposito delle differenze culturali, fosse ormai superata «la logica politica e confessionale».
La posta in gioco è tutt’altro che modesta. Con 3.600 sportelli, 4 milioni di clienti, 27mila dipendenti e una quota del mercato domestico del 10%, il mondo del credito cooperativo (Bcc) è di fatto la seconda o la terza banca italiana. Solo virtualmente, però: dal momento che in realtà si tratta di tante piccole banche - circa 500 - riunite però a livello associativo nella Federcasse. Iccrea è invece una banca di secondo livello: rappresenta una sorta di «cerniera» istituzionale tra le singole banche cooperative e le controparti bancarie e come tale costituisce anzitutto un importante punto di snodo del sistema dei pagamenti. Inoltre eroga servizi di vari natura, a cominciare dai fondi.
Iccrea è quindi il passaggio obbligato per accordarsi con il mondo del credito cooperativo: una rete capillare di istituti, strettamente collegati al territorio, che in molte zone godono addirittura di una posizione di primato.

Tanto da far gola anche ad Unicredit: l’istituto guidato da Alessandro Profumo avrebbe infatti allo studio un accordo con la holding delle banche cooperative.

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