
Nei Paesi europei di forte immigrazione come la Germania, la Francia, l'Inghilterra (ma anche negli Stati Uniti) sono attivi già da anni dei tribunali islamici che giudicano ed emettono sentenze secondo il Corano soprattutto nell'ambito di questioni o "reati" familiari, e questo è di per sé la prova dell'esistenza di uno Stato nello Stato, della sua incapacità ad amministrare i cittadini con lo stesso diritto. La nostra antichissima, nobile formula: "La legge è uguale per tutti" non vale più. Ma questa è in definitiva la testimonianza più sicura che la tanto osannata "integrazione" è impossibile da realizzare. Impossibile per un motivo molto semplice che i politici però si rifiutano di capire: le religioni sono creazione dei singoli popoli, così come la lingua, il diritto, l'arte, la musica, la scienza; ne rispecchiano la forma mentis, la visione del mondo, il carattere, la personalità di base. Cosa avverrà nel prossimo futuro in Italia con una forte presenza di musulmani se non si bloccherà immediatamente l'immigrazione? Nessuno si illuda che dando loro la cittadinanza italiana, come è stato proposto da alcuni partiti, diventino italiani. Non è l'anagrafe a creare i popoli e la loro cultura.
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Ora, però, di fronte al baratro in cui stiamo sprofondando dobbiamo trovare il modo per costringere i politici a riappropriarsi della sovranità monetaria e a nazionalizzare la Banca d'Italia. Lo diciamo anche solo in nome del buonsenso. Si parla di "contagio": dalle malattie ci si salva scappando lontano dalla fonte. Il premier greco sicuramente ha parlato di un referendum pensando di poter portare, con l'avallo dei cittadini, Atene fuori dall'euro. Il nostro governo non ha bisogno di referendum: esiste già da molto tempo una maggioranza di parlamentari, economisti e semplici cittadini che è convinta non vi sia altro da fare. Inutile scaricarsi le colpe gli uni con gli altri: il gravissimo errore è stato compiuto quando è stato deciso di entrare nell'euro. Perciò la situazione rimarrebbe la stessa anche se si cambiassero i governanti. Si pensa di far andare al governo un economista o un banchiere? Sarebbe la decisione peggiore perché il potere racchiuso nelle mani dei banchieri sancirebbe formalmente la fine della democrazia e della forza degli Stati. I politici italiani se ne convincano: uscire dall'euro sarà un atto di forza, non di debolezza.
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Il "politicamente corretto" costituisce ovviamente la forma più radicale di "lavaggio del cervello" che i governanti abbiano mai imposto ai propri sudditi. La corrispondenza pensiero-linguaggio è infatti praticamente automatica. Inserire una distorsione concettuale in questa corrispondenza significa impadronirsi dello strumento naturale di vita cui è affidata la specie umana: l'adeguamento del sistema logico cerebrale alla percezione della realtà nella formulazione linguistica dei concetti, impedendone così anche qualsiasi cambiamento e trasformazione. Non sappiamo chi sia stato a ideare un tale strumento di potere per dominare gli uomini e indurli a comportarsi secondo la volontà dei governanti, evoluzione terrificante di quella che un tempo si chiamava "censura". Terrificante soprattutto perché la censura non è più visibile come tale, nessuno ne è più consapevole: è stata introiettata.
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Oggi si è inceppato l'iter della nuova legge elettorale di fronte a una questione, quella dell'immissione delle quote femminili che, in base anche al clima sociale e politico formatosi negli ultimi tempi, si riteneva fosse ormai un dato pacificamente acquisito. Sono passati molti anni dalle prime accesissime battaglie in proposito e non dovrebbe più essere necessario fermarsi a spiegare come il sistema brutale del "rendere giustizia" ai gruppi svantaggiati, come è stato fatto negli Stati Uniti d'America per i neri e le donne, fissando in partenza le quote a loro riservate nelle sfide politiche, nei concorsi universitari, nelle borse di studio, ecc., pur essendo in apparenza il più semplice e diretto, abbia portato a conseguenze così pesantemente negative da indurre in molti casi gli stessi gruppi "protetti" a rinunciarvi. Conseguenze negative ovviamente per l'abbassamento del prestigio, implicito per coloro che "vincono" in base alle quote riservate.
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L'anima dell'Europa non è mai stata il mercato, ma la creatività, la scienza, la filosofia, l'arte, la musica, la poesia, la cultura: era questo che portava con sé, quasi come un inevitabile prodotto, anche il mercato e la ricchezza. Maastricht e i suoi parametri sono sbagliati; una moneta unica per mercati diversi e prodotti diversi non può funzionare: l'ha affermato, insieme a molti altri famosi economisti, anche il Premio Nobel Amarthya Sen. Ma per chi è abituato a fare scienza, quello che conta sono i risultati di un esperimento. Ebbene, consideriamo la situazione dell'Europa come il risultato di questo esperimento: è evidente che i calcoli erano sbagliati. Ci troviamo ormai davanti a dei nuovi martiri: quelli che si sono sacrificati e che debbono sacrificarsi per rimanere nel sacro parametro del 3% del Pil e mantenere in vita l'euro. Ci troviamo davanti, infatti, all'abbandono di ogni razionalità, di ogni possibilità umana di dubbio, di alternativa, di scelta, ossia davanti a un puro fenomeno di "sacralità": sacrificarsi, morire, ma non venire meno.
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L'itinerario verso l'indifferenziazione dei sessi, e di conseguenza degli esseri, è stato avviato dalle Istituzioni del Potere politico, evidentemente tutte d'accordo fra loro, dagli anni Settanta in poi senza che ce ne sia stato detto nulla. Il motivo è chiaro: si tratta di giungere all'uniformità degli individui per poter governare democraticamente tutti allo stesso modo. La democrazia è lo strumento omogeneizzatore, al di là delle lingue, delle razze, delle religioni. Si parla infatti sempre più spesso di un governo mondiale senza che i popoli protestino.
Se c'è qualcuno che non sembra disposto a un simile livellamento viene subito collocato fuori dal gruppo, fra i più terribili eversori, incapaci di vedere quanto sia bello un mondo nel quale tutti sono uguali, sono governati nello stesso modo e godono di identici diritti. La trappola ovviamente sta lì. Se si è tutti uguali, quale sarà il modello di riferimento per l'uguaglianza? Uguali a chi?