Il sole è ancora alto quando arriviamo a Tivoli e ci inoltriamo tra le silenziose rovine di Villa Adriana per incontrare Eimuntas Nekroius, grande maestro della scena contemporanea (tra i suoi lavori «Amleto», «Macbeth», «Otello», «Il giardino dei ciliegi», «Anna Karenina», «Faust»,) capace di invenzioni/visioni altamente poetiche e cultore di un teatro dinamico, vivo, emozionale, dove la fisicità degli attori e la concretezza degli oggetti scenici sanno raccontare lanimo umano al di là e a prescindere dalle parole. E di parole, infatti, questo schivo regista lituano dagli occhi di ghiaccio e le movenze delicate ne elargisce poche, pochissime. Ha sempre opposto uneducata resistenza alle spiegazioni, alle poetiche. E così fa anche in occasione del suo ultimo spettacolo, «Idiotas» di Dostoevskij, atteso per questa sera in prima mondiale a Tivoli e scandito in due parti distinte fruibili separatamente oggi e domani oppure in versione integrale venerdì sera (durata prevista, cinque ore).
«Ho scelto di lavorare su questo romanzo - dice - perché Dostoevskij è un rappresentate di altissimo livello letterario e nelle sue opere ci sono temi importanti che riguardano tutti». Durante una pausa dalle prove, il laconico maestro ci regala una manciata del suo tempo e cerca di sciogliere le nostre naturali curiosità, ma senza sbilanciarsi troppo. «Questopera - sottolinea - racconta una condizione: lidiozia, appunto, del principe Mykin. Credo che ogni persona abbia qualcosa della sua anima. Ognuno di noi aspira alla sua bontà, alla sua innocenza, tanto più gli artisti. Bisogna anche dire però che Lidiota ha tanti personaggi interessanti, anche quelli cattivi, restituiti tutti con un linguaggio molto profondo». Ad ascoltarlo ci sono pure alcuni dei suoi egregi attori, membri di una compagnia che lavora con forte spirito di gruppo, investendo in primo luogo «sugli aspetti umani di ciascuno». Quelle qualità intime e sommesse senza le quali sarebbe impossibile «suonare» allunisono, provare e far provare emozioni al pubblico. Daltronde, basta osservarli mentre recitano per capire cosa voglia dire il maestro: seduto su una sedia laterale della cavea, Nekroius assiste a una prova filata del III atto. Non dirà niente se non alla fine.
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