Antonio Signorini
da Roma
Savino Pezzotta si è dimesso dalla carica di segretario generale della Cisl. La notizia è arrivata ieri, due ore prima della chiusura delle urne. Una scelta dei tempi non casuale e in linea con lo stile del sindacalista; un modo per «rimarcare la trasparenza e lautonomia delle sue scelte dallesito elettorale», si legge nel comunicato diffuso al termine di una segreteria che si è tenuta ieri mattina proprio per ufficializzare le dimissioni. In altre parole «lorso bergamasco», come viene chiamato fin dallinizio della sua carriera sindacale, non ha voluto legare la sua uscita di scena dal vertice Cisl alla nascita del nuovo governo nel quale molti lo vedrebbero ministro.
Al suo posto un consiglio generale che si terrà il 27 aprile e nominerà Raffaele Bonanni, mentre Pier Paolo Baretta diventerà segretario aggiunto. Un gruppo dirigente nuovo che confermerà la linea del segretario uscente. In sintesi: autonomia dalla politica e disponibilità alla trattativa con le controparti e con i governi a prescindere dal colore. Nei giorni scorsi Bonanni ha detto di voler rilanciare la concertazione e ha anche parlato di un nuovo Patto per lItalia, lintesa raggiunta nel 2002 tra il governo Berlusconi e le parti sociali, con leccezione della Cgil guidata da Sergio Cofferati, mobilitata nella battaglia «per i diritti» e contro lesecutivo di centrodestra. La firma del Patto e lopposizione della Cgil è stato il punto più basso nei rapporti tra i sindacati, tanto che Pezzotta fu oggetto di contestazioni e minacce.
E il rapporto con il sindacato della sinistra sarà la sfida più difficile anche per la Cisl che nascerà con la nuova segreteria. Nonostante un progressivo riavvicinamento, le distanze tra Cgil da una parte, Cisl e Uil dallaltra, rimangono incolmabili, ad esempio, per quanto riguarda il modello contrattuale e la legge sulla rappresentanza. Guglielmo Epifani allultimo congresso della Cgil ha rafforzato la posizione a favore di un forte contratto nazionale e di norme che regolino la vita del sindacato mentre Bonanni, al pari di Pezzotta, vuole rafforzare la contrattazione territoriale, senza escludere concessioni sul salario per rilanciare il Sud.
Laltra incognita è il futuro di Pezzotta. Dopo 43 anni nel sindacato, dove entrò quando era operaio tessile, da semplice iscritto, le sue dimissioni non sono unuscita di scena. Anche il comunicato di ieri dice che il futuro lo vedrà attento «ai problemi sociali nazionali e internazionali». Una formula che può indicare una prosecuzione del suo impegno per lAfrica o lapprodo in una organizzazione sindacale internazionale, ma anche un coinvolgimento più diretto nella politica.
Le dimissioni di Pezzotta sono state accompagnate da un coro di auguri dal mondo politico da entrambi gli schieramenti.
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