Ifil-Exor, la parola agli indagati

Sviluppi imminenti nell’inchiesta della Procura di Torino. Giovedì riunione della Sapaz. Il titolo Fiat sotto 14 euro

Pierluigi Bonora

da Milano

Novità in arrivo sul caso Ifil-Exor. Nei prossimi giorni la Procura della Repubblica di Torino, che indaga sulla complessa manovra finanziaria che ha permesso alla famiglia Agnelli di mantenere il controllo della Fiat, potrebbe cominciare ad ascoltare le persone indagate e i rispettivi avvocati.
Il pool di magistrati che si occupa dell’inchiesta (i sostituti Giancarlo Avenati e Bruno Tinti, coordinati dal capo della Procura, Marcello Maddalena) avrebbero concluso l’esame del dossier e di tutte le carte trasmesse dal Palazzo di giustizia dopo la decisione della Cassazione di assegnare la competenza dell’indagine a Torino. Ecco perché, secondo indiscrezioni, indagati e legali potrebbero sfilare già dai prossimi giorni davanti ai giudici. Otto, in tutto, le persone al centro della vicenda: tra essi figurano il presidente dell’Ifil e dell’Ifi, Gianluigi Gabetti, l’amministratore delegato e direttore generale di Ifi, Virgilio Marrone insieme al consigliere della holding, Franzo Grande Stevens, nonché uno o più rappresentanti di Merrill Lynch.
Le ipotesi di reato riguardano la manipolazione del mercato nelle due forme, operativa e informativa. Sulla vicenda è atteso, tra dicembre e gennaio, anche il verdetto della Consob che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe sfociare in una sanzione amministrativa a carico della holding d’investimenti Ifil. Intanto, mentre l’inchiesta sull’operazione di «equity swap» sta per entrare nel vivo, giovedì pomeriggio è previsto a Torino l’incontro tra i soci della Giovanni Agnelli & C. Sapaz.
I membri dell’Accomandita, oltre al tradizionale scambio di auguri, ascolteranno i manager delle società controllate direttamente e indirettamente a cui chiederanno di illustrare i risultati dei diversi settori. Non è ancora stato deciso se alla riunione parteciperà in veste di relatore, come è accaduto in precedenza, un economista o un banchiere. I membri dell’Accomandita (a intervenire alla Fondazione Agnelli dovrebbero essere una trentina degli 80 soci in rappresentanza dei vari rami della famiglia) hanno ascoltato negli anni scorsi le «lezioni» di Gerardo Braggiotti (Banca Leonardo), di Alfonso Iozzo (amministratore delegato di Sanpaolo Imi e attuale presidente designato della Cassa depositi e prestiti) e dell’ex ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco. L’appuntamento servirà anche agli Agnelli per una valutazione sugli affari del gruppo e di quelli all’orizzonte. In proposito l’Ifil si trova in cassa poco meno di 500 milioni e l’amministratore delegato Carlo Sant’Albano è reduce da una serie di viaggi negli Stati Uniti e nei Paesi asiatici a caccia di opportunità d’investimento.
Molto attesa dagli Agnelli sarà sicuramente la relazione dei vertici della Fiat visto che quella di giovedì è la prima riunione dell’Accomandita dopo l’uscita ufficiale del gruppo guidato da Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne dalla crisi. Ieri, intanto, il titolo Fiat ha aperto la settimana penalizzato dal calo generale che ha interessato l’intero settore delle quattro ruote (meno 2,3% lo Stoxx).

Le azioni Fiat, con il passo indietro del 3%, sono tornate sotto quota 14 euro a 13,92 con scambi pari al 2,13% del capitale. «Presentati gli obiettivi - spiega un analista - ora l’attenzione è spostata sull’impatto della Bravo (lancio previsto a fine gennaio, ndr) e sulla chiusura entro l’anno dell’operazione Fidis con il Crédit Agricole».

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