Ifil-Exor Rattazzi ai giudici: «C’era un piano di assalto al gruppo Fiat»

Nel settembre del 2005, alla scadenza del convertendo con le banche, «c’erano gruppi pronti a dare l’assalto a Fiat e a farne uno spezzatino»: lo ha ribadito ieri Lupo Rattazzi, vicepresidente di Alpitour e all’epoca consigliere di Ifi (gruppo Agnelli), testimoniando al processo sull’equity swap che permise alla holding Ifil di restare il soggetto di riferimento della casa torinese. Ma Gianluigi Gabetti, il 14 del mese, convocò una riunione dell’accomandita Giovanni Agnelli & C. Sapaz spiegando ai partecipanti che «aveva lo strumento» per impedirlo.
Al vaglio dei giudici della prima sezione del tribunale c’è il comunicato che gli Agnelli trasmisero alla Consob il 24 agosto del 2005 spiegando che non erano in programma o allo studio iniziative particolari sul titolo Fiat: una nota non corretta, secondo la Procura, perché poche settimane dopo fu realizzato un equity swap che permise a Ifil di restare il soggetto di riferimento del gruppo industriale. Da qui l’accusa - respinta dagli interessati - di aggiotaggio informativo per Gabetti, Franzo Grande Stevens e Virginio Marrone.


Dopo Rattazzi ha testimoniato il trentacinquenne Alessandro Nasi, oggi alla Cnh ((azienda del gruppo Fiat nel campo delle macchine agricole e per le costruzioni), che si è soffermato sulla riunione del 14 settembre 2005 rievocando anche le discussioni che i vari nuclei della famiglia ebbero sul futuro del Lingotto: per la difesa, questo dimostra che il comunicato del 24 agosto precedente non poteva dire niente di diverso, visto che nessuna mossa era stata pianificata.
Il processo è stato aggiornato al 20 novembre prossimo.

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