Sei aziende di mobili ogni chilometro quadrato: è lindiscusso primato di Monza e Brianza. Per chi ne vuole una conferma, girando fra i padiglioni del Salone edizione 2011, non cè che limbarazzo della scelta tra marchi che del binomio design e tradizione hanno fatto la loro arma vincente, anche in tempi di low cost svedese imperante. «Da buoni brianzoli, la componente artigianale è nel nostro Dna - spiega Mauro Marelli, responsabile di marketing ed export per Lema, lazienda che ha inventato gli armadi «al centimetro» - Ed è rimasta fondamentale anche di fronte alla grande sfida dellinternazionalizzazione. Siamo partiti dallEuropa, per arrivare fino allEstremo Oriente, dove abbiamo evoluzioni interessanti: e crediamo nelle grandi possibilità di Stati Uniti e Canada, dove però il vero problema è avere una distribuzione adeguata, non solo alle dimensioni del territorio, ma ancor più al prodotto, che deve essere valorizzato, visto che solo in tempi recenti il gusto americano si è rivolto verso il design contemporaneo». Che però non vuol dire effimero: «I nostri mobili sono fatti per durare - sottolinea Marelli -. Anche quarantanni, perchè no?».
La famiglia in salotto. È un vero e proprio appartamento, arredato di tutto punto, quello che accoglie i visitatori dello showroom Boffi in via Solferino: e qui Living Divani- che con Boffi e Porro ha una consolidata sinergia commerciale - presenta linstallazione frutto della collaborazione tra Piero Lissoni, progettista di riferimento dellazienda a 360 gradi, e lastro nascente dellarchitettura giapponese Junya Ishigami. «Una scoperta di nostra figlia Carola - racconta Renata Pozzoli, che insieme al marito Luigi Bestetti guida lazienda di Anzano del Parco, in provincia di Como - che mette a confronto due personalità diverse, le linee nette e i colori di Lissoni con la fluidità e la trasparenza di Ishigami. Per noi questo è lanno della novità: presentiamo prodotti meno minimalisti che in passato, vorrei dire più borghesi, perchè il mercato cambia e bisogna tenerne conto». Allo stile non si comanda. Si può comprare un mobile dimpulso, come se fosse un accessorio di moda? Se è Kartell, sì. «Da noi il cliente non deve venire con larchitetto - dice Claudio Luti, numero uno dellazienda che ha sposato indissolubilmente plastica e design - qui entra, vede e compra. Può essere la novità 2011 o un pezzo di ventanni fa riproposto in colori diversi. Anche perchè abbinare un nostro oggetto è facile: hanno tutti una forte personalità che gli permette di vivere da soli o inserirsi in qualunque ambiente, dallufficio alla casa tutta lusso e antiquariato».
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