Seconda puntata di Matrix, il programma in seconda serata, condotta da Enrico Mentana. Dopo il tema dobbligo per lesordio, dedicato al caso Bankitalia, lex direttore del Tg5 sviluppa il tema altrettanto rovente del terrorismo. Evidente, anche nella puntata di ieri sera, la mano di Davide Parenti, lautore delle «Iene». Proprio una delle iene, Alessandro Sortino, ha firmato un servizio quantomeno inquietante. Sortino sè presa la briga di fare un giro nelle principali città italiane per fare domande cruciali agli imam di Bologna, Milano, Roma. Da tutti gli esponenti religiosi, il solito zig zag. Le solite posizioni confuse, sfumate, nebulose. Nessuna condanna esplicita a Bin Laden, nessuna disapprovazione al cento per cento dei kamikaze. Ma, come al solito, tante generiche condanne, piene di se e ma. Il terrorismo è da biasimare, però... Quei «però», per tutti gli imam, non esistono se il giudizio è sugli israeliani, loro sì, colpevoli di ogni male. Ed ecco che cè chi arriva a dichiarare che neppure i bambini israeliani sono innocenti. Il male, per loro, ha solo la faccia della stella di Davide e quella a stelle e strisce. Un servizio, quello di Sciortino, allarmante. Mentana, in studio, commenta: «Beh... le parole non contano mai?». Ospiti della trasmissione ci sono il capogruppo alla Camera della Lega Andrea Gibelli, lesperto di religione e opinionista del Giornale Massimo Introvigne, il direttore del servizio centrale dellantiterrorismo Franco Gabrielli, lavvocato difensore di Hamdi Issac Antonietta Sonnessa, in collegamento da Vienna il magistrato Stefano Dambruso e leurodeputata ds Lilli Gruber. Proprio la Gruber prova a dare una risposta. Eccola: «Il terrorismo non centra con la religione. I kamikaze esistono quando cè unoccupazione di una terra da parte di uno stato straniero.
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