Le immagini oscene, l’arte e i finanziamenti pubblici

Alla «Fondazione Forma» di Milano ha aperto ieri la grande retrospettiva che ripercorre la carriera e l’opera del fotografo statunitense Robert Mapplethorpe (1946-1989), uno dei più importanti autori del ’900 che ha influenzato con le sue immagini «perfette» generazioni di fotografi e artisti. Il suo tempo è la New York degli ani ’70 e ’80, quella della rivoluzione pop, del new dada, di Andy Warhol e della liberazione sessuale. Di tutto questo, e dell’influenza sul suo lavoro del cattolicesimo e dell’arte classica, Mapplethorpe parla a lungo in un’intervista concessa un anno e mezzo prima di morire, per Aids. Pubblicata per la prima volta in italiano nel catalogo realizzato da Contrasto per la mostra di Milano, il Giornale ne anticipa qui un lungo brano. L’intervista, realizzata a New York nell’estate del 1987, è firmata da Janet Kardon, la curatrice della grande mostra itinerante Robert Mapplethorpe: The Perfect Moment che fu inaugurata a Philadelphia nel dicembre 1988, poi passò a Chicago e infine a Washington, suscitando violente proteste contro i finanziamenti governativi a un’arte considerata «oscena». A causa delle polemiche la Corcoran Gallery of Art dovette cancellare la mostra in programma, lanciando negli Stati Uniti un acceso dibattito sul fatto se un’istituzione pubblica possa o meno sostenere una mostra «pornografica» e «offensiva».

Ora moltissime di quelle fotografie - quelle «oscene» con i nudi maschili e quelle «classiche» con Patti Smith e Isabella Rossellini ritratte come Madonne rinascimentali - sono visibili a Milano (Fondazione Forma, piazza Tito Lucrezio Caro 1, fino al 9 aprile 2012). Una mostra che riconferma la Fondazione Forma di Milano, fondata nel 2005 e oggi presieduta da Roberto Koch, un centro di eccellenza per la fotografia a livello internazionale.

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