Le dimensioni dellopuscolo sono leggere, ma il suo valore è decisamente più pesante. Si intitola «Le donne immigrate in Italia: salute, tutela e diritti» e la sua pubblicazione è stata patrocinata da Comune e Regione, realizzata con il contributo di sanofi-aventis. «Le immigrate in Italia sono moltissime - spiega Francesca Merzagora, Presidente dellOsservatorio Nazionale sulla Salute della Donna - e non tutte sono a conoscenza dei loro diritti in ambito sanitario e lavorativo e dei servizi messi a loro disposizione». Da qui lidea di colmare questa lacuna realizzando uno strumento pratico e semplice che sarà distribuito nelle Asl e negli ospedali lombardi.
«Abbiamo guardato in faccia la realtà - spiega lassessore, Giampaolo Landi di Chiavenna - e messo in rete le principali associazioni di volontariato già aderenti ai GrlS (Gruppi locali Immigrazione e Salute) per avere una rilevazione dati, che attualmente manca, più completa e fruibile al fine di estrapolare le patologie di più grande impatto (tubercolosi o malattie sessualmente trasmissibili) e potere effettuare azioni di prevenzione». Il 50 per cento dei migranti in Italia è composto da donne e nella sola provincia di Milano risiedono il 10 per cento di tutti gli stranieri arrivati nella penisola. Nonostante questi numeri, «le donne immigrate, in particolare arabe e marocchine, sono invisibili - spiega Dounia Ettaib, Presidente di DARI (Associazione Donne Arabe d'Italia) -. Le statistiche italiane e, soprattutto, lombarde parlano chiaro: queste donne accedono ai servizi sanitari solo durante la gravidanza.
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