Il dato, alla vigilia della tornata elettorale, già così è significativo: andranno alle urne ben 21mila «nuovi» italiani. Sono i neo cittadini della Repubblica nati però all’estero, giunti qui a Milano per motivi di lavoro o in seguito a ricongiungimenti familiari. Apparentemente, in proporzione non esorbitante rispetto al totale dei milanesi chiamati a eleggere i propri rappresentanti in Parlamento, 971.589 secondo i registri del Comune. Eppure, inquadrando il panorama del voto da un altro punto di vista, si può affermare che quasi un elettore su tre dei 15.496 che entreranno in cabina per la prima volta in queste Politiche 2008, ha origini straniere: le stime ne hanno contati dai 4.500 ai 5mila.
A far «parlare» i numeri è Gian Carlo Blangiardo, docente di Statistica all’Università di Milano-Bicocca e curatore dell’indagine per la fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità). «Al di là delle previsioni sul valore assoluto, assume un interesse rilevante ai fini delle prossime consultazioni il trend dei “passaggi di cittadinanza” riscontrati negli ultimi 4-5 anni». Per semplificare, l’operazione svolta dall’équipe di ricercatori è consistita nel contare le “fuoriuscite” dall’anagrafe di Palazzo Marino degli stranieri residenti (180mila circa secondo l’aggiornamento a gennaio), che in questo intervallo di tempo hanno acquisito la cittadinanza e i diritti connessi. Naturalmente al netto dei decessi, comunque marginali considerata la natura ancora piuttosto recente dell’immigrazione in città. «Ebbene - rivela l’esperto di demografia -, la serie storica mostra una tendenza di crescente regolarità: 581 nuovi italiani a fine 2004, 850 nel 2005, addirittura 1.256 l’anno successivo. Questo ci consente di calcolare che l’aumento attuale di immigrati che potranno votare è pari al 25 per cento, tenendo come termine di partenza l’anno delle scorse Politiche, il 2006». Riguardo alle aree maggiormente interessate dal cambiamento della «geografia elettorale», troviamo in cima alla graduatoria delle presenze la Zona 2 (stazione Centrale- Crescenzago), seguita a breve distanza dalla Zona 9 (Affori-Bovisasca); un po’ più staccata la Zona 8 (Porta Volta-Quarto Oggiaro). Quanto alle nazionalità, guidano filippini, egiziani e sudamericani. Ma crescono cinesi e «freschi» comunitari, come i romeni.
Mettendo da parte l’analisi dell’orientamento politico dei cosiddetti «ex» stranieri, Blangiardo sottolinea: «È un dato di fatto quanto ormai siano accelerati, per loro, i ritmi di ingresso nella vita civile del nostro Paese. Dopotutto, chi lavora e contribuisce alla cosa pubblica pagando le tasse ritiene imprescindibile poter decidere le sorti politiche di Milano e del Paese».
Un’altra incognita, il comportamento alle urne dei nuovi italiani, aleggia sul fondamentale appuntamento di domani e lunedì.
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