Immigrati, governo a Barroso: "Cie come lager"

Berlusconi vede Barroso e chiede provvedimenti a livello europeo: "Meglio identificare gli immigrati nei luoghi da cui partono per non farli soffrire in queste strutture". Il Vaticano attacca: "I migranti meritano rispetto, ammirazione e gratitudine"

Immigrati, governo a Barroso: "Cie come lager"

L'Aquila - L'immigrazione è un problema europeo. Non italiano. Per questo motivo è necessario che il consiglio dei capi di Stato e di governo mettano il tema all’ordine del giorno. Lo dice il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando durante una conferenza stampa a L’Aquila con il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso. Berlusconi ha aggiunto che lo stesso Barroso non ha mai rilasciato dichiarazioni riguardo al fatto che questo tema non possa essere inserito nell’ordine del giorno del Consiglio "perché è compito dell’attuale presidente di turno della Ue, ovvero il presidente della Repubblica Ceca proporlo. Ci sarà una riunione dei ministri dell’Interno ai primi di giugno - ha aggiunto Berlusconi - invierò una lettera al presidente del Conglio Ue e ai miei colleghi perchè si affronti problema con decisioni concrete. È un problema - ha concluso - che tocca noi più da vicino, ma che riguarda tutta l’Europa".

La risposta di Barroso "Sappiamo che la situazione è molto seria e difficile in particolare per l’Italia e Malta, però l’Unione europea è disposta a dare risposte forti" ha rsiposto il presidente della Commissione europea, Barroso. "La priorità - ha detto ancora Barroso - è evitare le tragedie sul mare, dobbiamo fare in modo che i battelli non lascino le coste senza comunque violare i diritti dell’asilo politico".

Contro i Cie "La pratica del respingimento ha come premessa un aiuto che diamo a chi è in mare. Poi crediamo che riportare le persone ai luoghi da dove sono partite sia un fatto che toglie queste persone da situazioni di disagio" ha detto il presidente del Consiglio spiegando che "senza voler esagerare i Cie assomigliano molto a dei campi di concentramento" e che le pratiche per l’esame del diritto di asilo si possono meglio svolgere nei paesi di partenza degli immigrati. "Da oggi in Libia c’è un’agenzia Onu che esamina le richieste degli immigrati che intendono venire in Italia e toglie loro il disagio di essere inseriti in campi dove la loro libertà è limitata per poi magari essere rispediti nel loro Paese d’origine" ha aggiunto Berlusconi. "C’è da sottolineare - ha detto ancora - che per noi l’ipotesi del respingimento ha come premessa l’aiuto che viene fornito a questi immigrati e negli ultimi giorni abbiamo osservato che i respingimenti funzionano come deterrenza alle partenze".

Il richiamo della Chiesa I politici, le istituzioni, le comunità cristiane, i media devono imparare a guardare con altri occhi agli immigrati la cui presenza "è preziosa e indispensabile nelle nostre città", essi meritano "rispetto, ammirazione, gratitudine". Sono le parole del nuovo presidente del Pontificio consiglio per i migranti, monsignor Antonio Maria Veglio, pronunciate domenica scorsa nel corso della messa celebrata per la XVIII Festa dei Popoli svoltasi in Piazza San Giovanni in Laterano; il testo dell’omelia è stato diffuso oggi dal dicastero vaticano.

"Presenza preziosa" Si è trattato della prima uscita pubblica del nuovo responsabile del dicastero dei migranti e assume un particolare significato nel complesso dibattito di questi mesi. Alla messa celebrata nella basilica del Laterano erano presenti fedeli di ogni parte del mondo e a loro, ai nuovi abitanti della Capitale, si è rivolto mons.

Vegliò: "Vi assicuriamo del nostro impegno perchè assumano occhi nuovi, occhi diversi nei vostri confronti tutte le nostre parrocchie e comunità cristiane, i responsabili della politica, delle amministrazioni centrali e locali, dell’informazione, dell’opinione pubblica, di tutta la cittadinanza. Meritate rispetto, ammirazione ed anche, torno a dire, gratitudine. La vostra presenza è preziosa e indispensabile in questa città".

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