Roma - Via libera al disegno di legge Amato-Ferrero sull’immigrazione. Ma la copertura finanziaria ancora non si trova. Ieri il consiglio dei ministri ha licenziato il ddl delega che ora dovrà affrontare le Camere. È lo stesso ministro dell’Interno, Giuliano Amato, che ha firmato il testo insieme con quello della Solidarietà sociale, a precisare che per il finanziamento della legge si sta «ancora cercando la formula». Amato spiega che «la spesa sarà collegata al 2008 e quindi non c'è un problema di copertura per il 2007». Dunque l’unica certezza al momento è la chiusura dei Centri di permanenza temporanea (Cpt) di Brindisi, Crotone e Ragusa, già disposta da Amato, che ha avviato «un approfondito studio sulle altre strutture, in vista di ulteriori, eventuali, soppressioni o della riqualificazione, anche in funzione di una diversa missione istituzionale». Sotto esame anche le strutture di Torino, Bologna, Modena e Gradisca d’Isonzo (Gorizia). Anche i centri di di identificazione (Cid) «saranno rivisitati e le misure di sicurezza adottate saranno ricondotte a una doverosa proporzionalità, in relazione alle finalità dei Centri medesimi». Verranno «riqualificati» i Centri di accoglienza (Cda). Con quali soldi, indispensabili perchè non si tratti soltanto di un cambio di etichetta ancora non si sa. Con una seconda direttiva il titolare del Viminale ha chiesto pure ai prefetti di ridefinire «nuovi criteri per l'accesso ai Centri» garantendo trasparenza. D’ora in poi infatti sarà consentito l’accesso in tutti questi Centri ai rappresentanti delle organizzazioni umanitarie come l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e la Croce Rossa italiana. Accesso garantito anche alle autorità locali e alla stampa e alla tv previa autorizzazione.
Nel ddl varato ieri, che nelle intenzioni dovrebbe contemperare «sicurezza e integrazione», alcune novità e anche un ritorno: la figura dello sponsor che fu cancellata dalla Bossi-Fini. Sull’autosponsorizzazione, l’immigrato che garantisce per se stesso con adeguate risorse finanziarie, l’accordo nella maggioranza non c’è e dunque sarà il Parlamento a definire modalità e criteri per l’eventuale introduzione di un meccanismo considerato dai più molto rischioso.
Sponsor. Una sorta di fiduciario o garante del lavoratore straniero che potrà far entrare in Italia l’immigrato iscritto nelle liste, fornendo garanzie sul suo sostentamento e sul suo eventuale rimpatrio. Ruolo che potrà essere rivestito da enti e organismi istituzionali, associazioni imprenditoriali e professionali, sindacali e istituti di patronato.
Permesso di soggiorno. Non è più strettamente legato all’occupazione. I permessi legati a lavori a tempo determinato saranno rilasciati per uno o due anni, a seconda se il contratto sia di durata inferiore o superiore ai sei mesi. Quelli per contratti a tempo indeterminato o per lavoro autonomo avranno invece una durata di tre anni (ora sono due anni). Il rinnovo del permesso sarà rilasciato per un periodo pari al doppio di quello previsto per il primo rilascio. La riforma estende ad un anno il tempo in cui l’immigrato che perde il posto di lavoro resta iscritto ai centri per l’impiego.
Espulsioni volontarie. Amato conta sulla collaborazione del clandestino per rendere effettive le espulsioni. Vengono introdotti programmi specifici di «rimpatrio volontario ed assistito», ai quali potranno accedere gli immigrati che collaborano alla propria identificazione. Nasce il Fondo nazionale rimpatri, destinato a finanziare i programmi di rimpatrio volontario e alimentato con i contributi dei datori di lavoro e dei garanti-sponsor.
Voto ammini- strativo.
Minori. Prevista l’istituzione di un Fondo di accoglienza e tutela per il finanziamento dei progetti di tutela per i minori.
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