Roma - Sempre più piccoli stranieri diventano italiani. Sono 932.000, al primo gennaio 2010, i minori stranieri residenti in Italia. Di essi 6 su 10 (572.000) sono di seconda generazione (cosiddetti G2), cioè nati in Italia: un numero più che triplicato in meno di dieci anni (nel 2001 erano 160 mila), anche in conseguenza della politica dei ricongiungimenti familiari. Lo rivela l'Atlante dell’ infanzia in Italia, presentato oggi da Save the hildren. Ed è Prato, con il 19,7% di minori di seconda generazione sul totale della sua popolazione straniera, il capoluogo di provincia con la più alta percentuale di G2. Seguono Mantova (17,2%), Cremona (17%), Brescia e Reggio Emilia (16,9%), nel Sud Trapani (14,2%) e Palermo (12,7%).
In crescita l'intolleranza Aumentano in modo consistente atteggiamenti di razzismo ed intolleranza verso i minori stranieri. "È un fenomeno che desta preoccupazione e che riguarda altissime percentuali di adolescenti influenzati dai genitori» afferma il presidente anticipando i risultati di un sondaggio che sarà presentato domani nel corso di una conferenza stampa in cui sarà anche illustrata una campagna ("Io come tù) contro le discriminazioni verso i bambini e gli adolescenti di origine straniera. Ciò che è particolarmente grave - ha aggiunto Spadafora - è che "gli adolescenti, in circa il 41%, dei casi dicono di essere influenzati e condizionati dalla famiglia negli atteggiamenti di intolleranza verso i minori stranieri. Ossia apprendono questi pregiudizi e timori proprio in famiglia". Un altro dato significativo è che a scuola di questo tema non si parla: "Non è più un tema di moda". Tutto ciò, a suo avviso, è soprattutto il frutto di "una politica degli ultimi anni che ha alimentato la disinformazione sull’immigrazione. I genitori si sentono quindi in dovere di allertare i figli, di trasmettere paure immotivate". Prova ne è - sottolinea Spadafora - che mostrano più pregiudizi verso i minori stranieri i bambini di 7-8 anni che gli adolescenti. Ossia "i più piccoli hanno più probabilità di avere comportamenti intolleranti rispetto ai coetanei di qualche anno fa".
Piccoli sempre più soli Aumentano i bambini che si sentono soli, che dicono di aver bisogno di parlare con qualcuno (addirittura di oltre sette volte in cinque anni) o di essere vittime di abusi e violenze. L'allarme è di Telefono Azzurro che, oggi durante una conferenza stampa, ha presentato gli ultimi dai (ottobre 2010) sulle emergenze trattate dalle linee telefoniche dell’associazione negli ultimi 10 anni. Nel 2010, il 38,8% dei minori che si sono rivolti a Telefono Azzurro ha detto di aver bisogno di parlare con qualcuno, nel 2005 erano solo il 5,3%. In crescita anche i casi di solitudine (la lamenta l’8,5%; 3,3% nel 2005), di bullismo (denunciati quest’anno dal 16% dei ragazzini; 8% nel 2000) e le vittime di cyber bullismo: nel 2009 1 bambino su 6 ha detto di essere stato escluso intenzionalmente da gruppi online. Negli ultimi 10 anni l’associazione ha gestito 43.252 casi, di cui 14.772 riguardanti episodi di violenza. Dal 2000 a oggi, ha detto il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, gli episodi di abusi psicologici sono passati dal 7,5% al 10,4%. Infine, il 36% dei bambini ha chiamato per problemi con i genitori: dieci anni fa le telefonate che li denunciavano erano il 27%. A 21 anni dalla Convenzione dell’Onu sui diritti dell'Infanzia, ha osservato Caffo, "c’è una grande carenza di risposte e coordinamento" da parte delle istituzioni contro i disagi dei minori: "Il nostro Parlamento non ha definito una strategia coordinata sull’infanzia e manca un ministero che si occupi delle future generazioni. Bisogna investire molto sui bambini: non solo a parole ma con fatti concreti.
E serve inoltre una conferenza sull’Infanzia". L'associazione ha infine annunciato che il 20 e 21 novembre, in oltre 1.500 piazze italiane, tornano le candele azzurre della campagna "Accendi l’azzurro" a sostegno dei bambini.
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