Roma - Nelle scuole del Lazio sarà fissato un
tetto del 30% per l’iscrizione di tutti gli alunni stranieri, anche per quelli nati in Italia e per quelli che
conoscono la lingua italiana ma figli di stranieri. Un provvedimento che differisce da quanto previsto dal
recente decreto del ministro Gelmini, che include nel 30% solo gli alunni non nati in Italia e non "italofoni".
La polemica A riferirlo è Giammarco Palmieri, presidente del VI Municipio di Roma, uno dei più multietnici della
capitale. "In una riunione svoltasi alcuni giorni fa con i dirigenti scolastici del territorio e il direttore
dell’Ufficio scolastico regionale - ha spiegato Palmieri - quest’ultimo ha detto ai dirigenti scolastici che non
saranno concesse deroghe riguardo eventuali sforamenti del tetto del 30% e che saranno inclusi in questa
percentuale anche gli alunni stranieri nati in Italia e gli italofoni". "Non condividiamo la rigidità di questo provvedimento - ha sottolineato Palmieri - le situazioni vanno
analizzate caso per caso, perchè per i bimbi avere la possibilità di frequentare la scuola nel proprio
territorio è un valore che va preservato.
In questo modo, infatti, si rischia di spostare diversi alunni in scuole lontane dal loro quartiere. Altri istituti,
invece, rischierebbero di chiudere".
Provveditore: "Tetto modulabile" Il limite del 30% per l’iscrizione degli alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole può essere modificato, innalzato o abbassato con "determinazione del direttore generale" dell’Ufficio scolastico regionale. È quanto contenuto in alcuni punti di una circolare dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio.
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