La Impacciatore al Parenti Passioni di una donna ferita

Sabrina Impacciatore bella protagonista sul palcoscenico del del Teatro Franco Parenti nello spettacolo «È stato così», testo tratto dal romanzo di Natalia Ginzburg, per la regia di Valerio Binasco. Attrice premiata e molto apprezzata al cinema lei (la ricordiamo in «L'ultimo bacio» e «Baciami ancora» di Gabriele Muccino, «The Passion» di Mel Gibson e prossimamente in «Una donna per la vita» di Maurizio Casagrande), lui il regista che ha portato sul palcoscenico molti attori del grande schermo (suoi «Giulietta e Romeo» con Riccardo Scamarcio, uno dei maggiori successi della passata stagione, e «Il Catalogo» con Ennio Fantastichini e Isabella Ferrari), restando fedele alla sua grande scuola teatrale di attore-regista, maturata, tra gli altri, con Carlo Cecchi. La Impacciatore (nella foto), guidata da Binasco, accetta dunque con coraggio la sfida di un monologo lucido e impietoso, affatto rassicurante, che porta in scena i sentimenti, le passioni, le speranze di una donna sola, destinata a smarrire inesorabilmente la propria esistenza. Dall'incipit si respira la forza emotiva del testo, quasi un esordio per Natalia Ginzburg, che lo pubblicò nel 1947, dopo la morte del marito Leone Ginzburg, ucciso per motivi politici e razziali nel carcere di Regina Coeli. «Gli ho detto: - Dimmi la verità - e ha detto: - Quale verità? - e disegnava in fretta qualcosa sul suo taccuino e m'ha mostrato cos'era, era un treno lungo lungo con una grossa nuvola di fumo nero e lui che si sporgeva dal finestrino e salutava col fazzoletto.

Gli ho sparato negli occhi». Così inizia il racconto di un amore disperato e geloso: una confessione dettata dalla dolorosa lucidità di una moglie che per anni ha sopportato la relazione extraconiugale del marito e alla fine lo uccide.

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