Importavano cocaina a chili: madre e figlio finiscono in cella

Pedinato dai carabinieri, il ragazzo cerca di disfarsi di 12 etti di droga. Ma la butta sull’auto dell’Arma

Importavano cocaina a chili: madre e figlio finiscono in cella

In pratica si trattava di un azienda di famiglia, gestita dalla madre in collaborazione del figlio: peccato che l’attività, spacciare cocaina, e a chili per giunta, fosse tutt’altro che lecita. I carabinieri della compagnia Duomo da tempo stanno conducendo un’indagine su un gruppo di narcotrafficanti. Individuando tra i vari soggetti anche i gestori del bar «Idealbar» di via Toselli 32 a Bresso, Francesca Contrafatto, 44 anni, e il figlio Gianni Gentile, di 25.
E proprio l’altra notte il giovanotto veniva tallonato da alcuni equipaggi dei carabinieri mentre percorreva viale Zara a bordo della sua Toyota Rav 4. Il ragazzo però a un certo punto deve essersi accorto di qualcosa e così ha fatto volare fuori dal finestrino un pacchetto che finisce sul cristallo di un’auto dell’Arma. Per la cronaca conteneva 1,2 chili di cocaina con altissimo principio attivo.
Gianni Gentile veniva così bloccato, mentre una macchina della stazione di Bresso si precipitava a casa sua. Giusto in tempo per veder uscire di corsa la mamma, evidentemente avvertita dal figlio, con uno zainetto in spalla. La donna veniva fermata e dentro la borsa venivano trovati 2 grammi di cocaina e 50 di hashish. Ma soprattutto oltre 43mila euro. Evidentemente provento della cessione di un altro grosso quantitativo di droga.
I carabinieri sospettano che madre e figlio siano inseriti in un giro assai vasto e difatti l’inchiesta che li ha portati in galera ha già permesso di effettuare numerosi arresti e soprattutto il sequestro di decine di chili di cocaina.
Si tratterebbe di personaggi che si muovono ad alto livello, andando ad acquistare sostanza stupefacente all’estero, Spagna in particolare, per cederla poi ai grossisti milanesi.

La droga sequestrata infatti ha un valore intorno ai 60mila euro, che sommati ai 40mila e passa, danno l’idea del giro di stupefacenti messo in piede da madre e figlio che utilizzavano il bar, per il quale è stata chiesta la chiusura alla questura, come attività di copertura.

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