«Imprese Usa penalizzate in Italia»

«Le condizioni per gli investimenti di imprese americane nell’economia italiana non sono state favorevoli». La critica arriva dall’ambasciatore statunitense Ronald D. Spogli (nella foto), che ieri a Villa Taverna ha festeggiato il 4 luglio, giorno dell’indipendenza americana. «L’evidenza ci viene dai numeri ed è incontrovertibile» osserva Spogli, secondo cui è necessario «trovare il modo di porre fine a questo triste capitolo della nostra storia» e fare sì che gli investimenti americani crescano come è avvenuto per quelli italiani negli Stati Uniti. E poi ancora una stoccata: «Le relazioni tra i nostri due paesi sono sempre state molto buone. Buone non vuol dire sempre facili». L’ambasciatore americano si espresse in termini molto critici con il governo quando il tentato ingresso nel capitale Telecom del colosso stunitense At&t finì con un nulla di fatto. «In Italia – osserva Spogli – c'è un crescente consenso su alcuni obiettivi», fra cui «una maggiore flessibilità e trasparenza del sistema economico, una migliore tutela della proprietà intellettuale, una attuazione più rapida dei contrasti e delle risoluzioni delle controversie». È importante per l’ambasciatore persuadere la gente che tutto questo è necessario, anzi «urgente, e che è possibile realizzarlo in tempi brevi».

Arriva immediata la risposta del vicepremier italiano e ministro degli Esteri Massimo D’Alema, anche lui a Villa Taverna, che promette: «Faremo dei passi avanti. Sappiamo benissimo che il nostro Paese ha il problema di ricevere, attrarre di più e meglio gli investimenti stranieri».

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