Roma - L’ordinanza per il rilevamento delle impronte ai bambini rom nasce per compiere "un censimento" e non "una schedatura" e prevede interventi per garantire la scolarizazzione. Rspondendo durante il Question time alla Camera ad un’interrogazione dell’Udc, il titolare del Viminale, Roberto Maroni, ha definito "infondate e strumentali" le polemiche di questi giorni, anche perché l’ordinanza risale al 30 maggio scorso.
Censimento entro il 15 ottobre Il censimento dei campi nomadi, avviato dal governo lo scorso 30 maggio con l’incarico ai tre prefetti di Napoli, Roma e Milano, compresa l’identificazione di "tutti i minori che ci vivono", verrà concluso entro il 15 ottobre. L’obiettivo, ha spiegato Maroni, "è fare il censimento per vedere chi c’è, chi ha diritto di restare e chi non ha diritto di rimanere verrà rimpatriato". Il censimento - ha sottolineato il numero uno del Viminale - riguarda i nomadi, non solo i rom, perché ci sono "i rom romeni, i rom italiane gli extracomunitari appartenenti ad altre nazionalità" nei circa 700 campi abusivi, in particolare ubicati attorno alle grandi città (Napoli Roma e Milano in primis). Il governo - ha poi aggiunto Maroni - prevede di "affrontare e risolvere la questione in tempi molto rapidi, al più tardi entro la prima metà del prossimo anno, per dare una risposta di civiltà a questa inciviltà dei campi nomadi abusivi dove c’è di tutto tranne che condizioni di vita decorose".
Secondo step: scolarizzazione Il programma di scolarizzazione dei minori rom seguirà il censimento dei residenti nei campi. "Il programma lo stiamo studiando con il ministro dell’Istruzione - ha spiegato il ministro - è evidente che non possa precedere il censimento per il semplice motivo che le scuole adesso sono chiuse, riapriranno a settembre: utilizziamo i mesi di luglio e agosto per provvedere al censimento e all’identificazione", a seguire scatterà "un efficace programma di scolarizzazione". In materia, ha ricordato l'esponente del Carroccio, ci sono stati "interventi giornalistici molto critici, direi anche offensivi nei confronti del sottoscritto", nonostante si tratti di un tipo di intervento "già previsto nell’ordinanza: sono francamente meravigliato che un giornalista che ha il dovere di informare non senta il dovere di informarsi prima di scrivere certe cose".
Nessuna violazione delle norme Ue Nella procedura di identificazione dei minori nomadi che vivono nei campi rom, "non c’è nessuna violazione di nessuna norma", né "delle norme europee" né "delle carte dei diritti dei minori". Maroni ha ribadito che le polemiche dei giorni scorsi sulla possibilità prevista dall’ordinanza, di prendere le impronte ai minori sono "infondate e strumentali, che non tengono conto dei contenuti dell’ordinanza". Prendere le impronte risponde dunque "alla necessità - secondo il titolare del Viminale - di procedere all’identificazione di chi vive nei campi abusivi, in alcuni dei quali vi sono condizioni subumane, per dare un’identità, e cioè un diritto fondamentale, soprattutto ai minori". Dunque, aggiunge, "nessuna schedatura ma un censimento che procede all’identificazione dei minori" teso a "favorire l’inserimento e l’integrazione sociale delle persone".
Quella del governo, conclude Maroni, "è un’iniziativa lodevole che vuole da una parte porre fine all’indecenza dei campi nomadi abusivi e dall’altra garantire sicurezza ai cittadini italiani ma anche e soprattutto ai minori che vivono in questi campi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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