«Libertà di parola senza libertà di parola alla radio è nulla», diceva Ezra Pound. Con Good Night, and Good Luck («Buona notte... e buona fortuna»), George Clooney si associa per la tv. Questo film ben scritto (con Grant Heslov), ben diretto e interpretato da Clooney stesso, ci porta nel 1953, quando il potere americano persegue noti giornalisti, non più che vecchi poeti come Pound. È infatti cambiato il nemico: non più la Germania, ma la Russia. Già dalla crisi di Berlino (1948), poi ancor più dalla guerra di Corea (1950), i comunisti americani paiono agenti dinfluenza ostili o semplici traditori.
Perché Clooney evoca fatti così remoti? Perché la «caccia alle streghe» era bipartisan, come oggi lo è la «guerra al terrorismo». Al posto di Eisenhower cè Bush, ma lo stile - dice trasversalmente il film di Clooney - rimane quello. I giornalisti scelgano: cantino nel coro, rinnegandosi; o dissentano, rischiando. Questo secondo atteggiamento auspica ogni idealista, incluso Clooney, che non è disincantato verso la stampa come il Billy Wilder dellAsso nella manica o di Prima pagina.
Per Clooney una simile contrapposizione sarebbe stata troppo lusinghiera prima di Good Night, and Good Luck. Il suo unico film precedente, Confessioni di una mente pericolosa - centrato anchesso su un divo tv, sicario della domenica per conto della Cia - era infatti velleitario. Ma ora il «divo fatuo» ha preso a modello il Robert Aldrich del Grande coltello. Così trasforma una vicenda tutta girata in teatro di posa in qualcosa di così dinamico da far dimenticare al pubblico dessere al cinema. La virgola di Good Night, and Good Luck - in italiano si metterebbero i puntini di sospensione - indica la pausa che il reale conduttore tv Edward R. Murrow lasciava cadere nella consueta formula di commiato a fine programma.
GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK (Usa, 2005) di e con George Clooney con David Strathairn, Frank Langella. 90 minuti
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.