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«Incentivi per auto e caldaie e un grande parco urbano»

Giovanni Terzi parla dei suoi progetti per una Milano più pulita

«L’ambiente e la qualità della vita non sono prerogative del centrosinistra. Anzi sono assolutamente del centrodestra». Giovanni Terzi, consigliere di Forza Italia a Palazzo Marino e membro della commissione speciale Valutazione impatto ambientale del ministero dell’Ambiente, promette che il suo non è uno slogan elettorale, ma un ragionamento dal rigore matematico.
Consigliere Terzi, da dove si parte?
«Dallo smog».
Favorevole o contrario al ticket d’ingresso in città?
«Dire i ricchi inquinino pure e poi paghino, i poveri non circolino è un ragionamento da sinistra».
Allora niente ticket e tutti inquinino pure.
«No. Prima diamo gli incentivi perché la gente possa comprare auto che non inquinano. Poi, se qualcuno non la cambia, paghi in proporzione a quanto inquina. Il messaggio dev’essere “chi inquina meno risparmia”».
E il riscaldamento?
«Lo stesso. Prima i soldi per cambiare le caldaie, poi i controlli. Dobbiamo avviare un meccanismo virtuoso».
Si può fare qualcosa anche per le biciclette?
«Certo. Più piste ciclabili. E, come in tutti i Paesi del mondo, magari anche sui marciapiedi. Ovviamente quelli più ampi delle circonvallazioni».
I milanesi chiedono più verde.
«Nel mio programma elettorale ci sarà la richiesta di un grande parco per Milano».
In concreto?
«Un sistema del verde che colleghi le aree agricole, i giardini, le zone a traffico limitato, le aree pedonali, le piste ciclabili».
Tutte cose che ci sono già.
«Sì. Ma che vanno messe in rete in un unico grande disegno articolato. Il verde di Milano si deve ricollegare ai grandi polmoni verdi della cintura, il Parco Nord e il Parco Sud».
Aree pedonali e zone a traffico limitato non piacciono a residenti e commercianti.
«Ovvio. Perché nessuno spiega loro che vengono privati di una piccola libertà, ma che sono inseriti in un grande progetto. Devono capire che quella pista ciclabile o l’area a traffico limitato li possono collegare al parco della Martesana. Allora i sacrifici sono più comprensibili».
Un’altra idea?
«Tenere aperti i parchi in città fino a notte fonda con spazi di aggregazione, bar, ristoranti, aree per la socializzazione e per lo sport. Il parco va vissuto come già succede a Boston e New York».
Si diceva del centrosinistra.
«Non è in grado di trovare le risorse per difendere l’ambiente».
Dimostri.
«Il centrosinistra non vuole aumentare le tasse, non vuole costruire e quindi non incassa gli oneri di urbanizzazione, non vuole far ricorso al project financing e ai capitali dei privati».


E voi?
«Si può costruire con buon senso. E parte del ricavato magari va nel grande parco urbano. Le grandi trasformazioni delle città non possono essere fatte dal centrosinistra. A meno che non abiuri ai suoi principi».

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